Renzi: niente tagli alla sanità
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Renzi: niente tagli alla sanità

Il premier ha assicurato: diamo 80 euro a sei milioni e mezzo di italiani. Lorenzin assicura: nuova strategia per la politica sanitaria.

Renzi: niente tagli alla sanità
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18 Aprile 2014 - 16.35


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“Il taglio delle tasse è strutturale. Non ci saranno aumenti”. Lo garantisce il premier Matteo Renzi. “Questi denari non vengono con l’aumento delle tasse per chi guadagna di più. Si è innescata – ha spiegato – una revisione della spesa che darà 6 miliardi quest’anno, 15-17 il prossimo e oltre 30 nel 2016. Diamo 80 euro a sei milioni e mezzo di persone. A due milioni e ottocentomila ne diamo tra i 60 e gli 80”.

Il decreto legge, oggi all’esame del Consiglio dei ministri, finora conosciuto con il nome di ‘dl Irpef’ cambia nome e, come si legge nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, diventa “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Per un’Italia coraggiosa e semplice”.

“Noi abbiamo già recuperato 300 milioni e lo diciamo. Ma lo spazio di recupero vero, che è enorme, non si ottiene con i blitz a sorpresa Cortina o sul Pontevecchio. Ma con l’incrocio delle banche dati. In giugno la fatturazione elettronica ci darà una grande mano su questo”, ha poi detto.

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Lorenzin: basta con i tagli lineari – “Sui tagli alla sanità io sono combattiva fino all’ultimo momento, il sistema nazionale non può reggere tagli lineari”. Lo ha affermato il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, in conferenza stampa nella sede di Ncd, in merito al varo del taglio Irpef previsto oggi. “Il testo finale ancora non c’è” aggiunge.

“La politica sanitaria e la salute delle persone – aggiunge Lorenzin – hanno bisogno di una strategia”. Il ministro poi rileva che “se ci sono tagli sugli acquisti a me vanno bene. Nella sanità ci sono ancora tanti sprechi, nelle lavanderie degli ospedali, nelle mense nella gestione dei rifiuti. Ma non si può andare a toccare i servizi primari alle persone”. Ed al conduttore di Mix24 Giovanni Minoli, che chiede se a questo punto il patto delle regioni muore prima di nascere risponde: “Se non c’è la capacità di capire che può essere il ministero della Salute insieme alle regioni a gestire questo risparmio è difficile che le regioni possano continuare così”.

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