E’ ancora bufera in Unione europea, dopo la frase di Berlusconi sui lager pronunciata durante la presentazione della lista di Fi alle europee a Milano.
Silvio Berlusconi torna ad attaccare Martin Schulz ed è di nuovo bufera. Nel 2003, quando era presidente del Consiglio e inaugurava al Parlamento europeo la presidenza di turno italiana, l’allora capogruppo dei socialisti, il tedesco Martin Schulz, chiese se avesse intenzione di varare la procura europea. La risposta (“in Italia stanno preparando un film sui campi di concentramento nazisti, la proporrò per il ruolo di kapò”) fece il giro del mondo e scattare una crisi diplomatica tra Roma e Berlino. Undici anni dopo Berlusconi, in campagna elettorale contro un Martin Schulz diventato presidente del Parlamento europeo, candidato dei socialisti (e quindi anche del Pd di Renzi) alla presidenza della Commissione, ripete la scena. Con un’aggiunta: “Non volevo offenderlo, ma apriti cielo perché per i tedeschi i campi di concentramento non sono mai esistiti”.
Parole che suggeriscono l’idea di una Germania negazionista e fanno scattare una reazione internazionale. “Indicibili” per la ministra tedesca della Sanità, la socialdemocratica Manuela Schwesig. “Spregevoli commenti” che “sono un insulto per l’intero popolo tedesco, non solo per Martin Schulz”, le definisce il presidente del Partito socialista europeo, Sergei Stanichev, che chiede “ad Angela Merkel, ai leader del Ppe e al candidato Jean Claude Juncker” di “prendere immediatamente le distanze” e “condannare” le parole di Berlusconi. Mentre per il capogruppo S&D al Parlamento europeo, l’ austriaco Hannes Swoboda, “Forza Italia non può più restare nel Ppe” perché ha posizioni “estremiste” ed il suo leader “non rispetta gli standard minimi di educazione e comunicazione richiesti in una campagna europea”.
Una sfida diretta al Ppe, che si chiude ufficialmente in un imbarazzato ed infastidito silenzio. La linea è quella di “non commentare le parole di qualcuno che non è neppure un candidato del Ppe” e “non prestarsi al gioco né di Berlusconi né di Schulz”, riferiscono fonti del partito chiedendo l’anonimato. Ma un pezzo grosso della Cdu come Elmar Brok, presidente della Commissione Esteri dell’Europarlamento e consigliere di Angela Merkel, si dice “dispiaciuto per Silvio Berlusconi”, perché “è completamente fuori dalla realtà” visto che “tutto il mondo sa che la Germania si è presa la piena responsabilità dei campi di sterminio nazisti”. Insomma, “frasi da vecchio” di “uno che non può essere candidato per le ragioni che sappiamo”, ma che però “personalmente turbano” e di cui vorrà sentire “spiegazioni”.
Martin Schulz, in campagna elettorale in Bulgaria e Romania, riflette per ore prima di reagire. “Berlusconi cerca di metterla sul personale”, dicono dal suo staff. Poi diffondono una dichiarazione in cui il socialdemocratico tedesco (che nel 2012 è stato insignito da Napolitano del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo impegno anti-nazista) definisce Berlusconi “sinonimo di odio, invidia e litigio”, aggiungendo che “vuole mettere i popoli uno contro l’altro per ottenere un vantaggio per sé e per il suo partito”. Un comportamento “scandaloso e che contraddice tutto ciò che l’Italia è: un paese meraviglioso con un grande popolo”. Al contrario, “l’Europa è sinonimo di pace e solidarietà tra i popoli e le nazioni. E questo non sarà minacciata dalle stupide parole di Berlusconi”.
Dal Pd attaccano Sassoli e Gualtieri. Da Ncd, Cicchitto parla di un Cavaliere che “scivola su una buccia di banana”. Ma da Forza Italia lo difendono. “Ogni occasione è buona per attaccare Silvio Berlusconi”, replica il consigliere politico, Giovanni Tori, che ritiene “francamente poco corretto trasformare un’analisi storica fatta dal presidente Berlusconi durante un complesso ragionamento in strumentalizzazione politica a fini squisitamente elettorali”. Una linea presa anche da Paolo Romani, da Mariastella Gelmini. Mentre per il capogruppo Brunetta, “Schulz ha offeso l’Italia, ne abbiamo abbastanza”.
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