Continua a colpi di sorprese la campagna elettorale di Silvio Berlusconi. Dopo la proposta di adottare cani e gattini randagi e la mano sempre più tesa verso il rottamatore Matteo Renzi, l’ex Cavaliere spara la sua ultima cartuccia puntando sulla cultura: se mi votate faremo detassare le imprese che fanno arte. “La sinistra, dopo che Stalin disse no alla rivoluzione armata, puntò sull’egemonia culturale nel nostro Paese. Un disegno che noi liberali non abbiamo saputo contrastare anche se io non ho nulla da rimproverarmi avendo fatto la mia parte”, ha detto il leader di Forza Italia presentando il dipartimento cultura del suo partito.
Berlusconi ha poi aggiunto, nel suo stile: “Io ho fatto la mia parte, sono il primo e maggior imprenditore culturale in Italia. La mia tv, a differenza della tv pubblica che fa pubblicità alla mafia, fa fiction e cinema che promuovono l’immagine dell’Italia all’estero”. E poi, presentando la squadra “culturale” di Fi, l’ex premier legge una poesia da lui scritta per l’occasione sulla falsariga de Il 5 Maggio di Alessandro Manzoni:
Ei fu, siccome ignobile, dopo il feral sondaggio, freme, s’indigna ed esplode in un fatal messaggio: dichiara affranto e triste, la destra ormai non esiste, se non ci metto mano io…“Abbiamo uno strordinario patrimonio artistico che dobbiamo valorizzare. Essendo stato al governo avrei potuto favorire di più le imprese che fanno cultura e che fanno 80mld di euro l’anno – ha spiegato l’ex Cavaliere -. È ora di detassare queste imprese, noi lo abbiamo fatto ma solo parzialmente”.
L’ex premier non ha tralasciato i temi caldi degli ultimi giorni: “Saremo opposizione responsabile, il testo delle riforme si può migliorare”; alla possibilità di vedere i suoi figli in politica, “sono dei bravi manager, io li sconsiglio”.
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