«Renzi mi ha sempre incuriosito, è un uomo di straordinaria energia, trasmette uno spirito volitivo. In questi mesi non ci vediamo e non ci parliamo. È evidente che con lui si è intrapreso il cammino verso una dimensione leaderistica. Il modello di partito che oggi esprimiamo è fortemente condizionato da questo aspetto». Lo afferma Gianni Cuperlo nel corso di un’intervista a ‘Reputescion’, in onda questa sera su La3(Sky can 163 – Dtt can 34).
«La dimensione carismatica della politica esisteva anche prima – spiega Cuperlo – da Togliatti a De Gasperi, da Nenni a La Malfa però erano leadership molto legate all’identità e alla cultura politica dei movimenti che rappresentavano. Quando morì Berlinguer nessuno immaginò che morto Berlinguer finisse il PCI». «Noi siamo un partito che ancora ha una sua riserva di credibilità che prescinde dal leader. È stato così con Veltroni, con Franceschini e con Bersani. Con Renzi è molto marcato, ma spero che ci sia di nuovo una stagione dei partiti che non dipendano dalla sorte del loro leader. Quando succede questo la democrazia è più fragile», conclude il leader della minoranza Pd.
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