«La Ue e l’eurozona sono sotto attacco e sotto critica, nel dibattito politico. Tra il 2011 e il 2012, l’attacco alla costruzione europea veniva da immense quantità di denaro, ora dalle parole. È evidente che era più forte allora. Però la situazione attuale è la spia di difficoltà che potrebbero sorgere in futuro, capaci di attivare attacchi finanziari. C’è da domandarsi se, in quel caso, la ferrea difesa dell’eurozona che ci fu nel 2012 avrebbe lo stesso sostegno politico». Lo afferma l’ex premier Mario Monti in un’intervista al Corriere della Sera. L’Italia, avverte, «ha saputo reagire e uscire dalla crisi senza ricorrere a un salvataggio esterno. E oggi è fuori da una procedura d’infrazione europea. Questo spesso sfugge, ma con l’azione del primo governo della crisi e con il consolidamento effettuato dai due successivi ha riguadagnato rispetto nella Ue, in America, in Asia. Sì, l’Italia sarebbe in grado di sostenere una turbolenza eventuale».
«Nel caso italiano – aggiunge -, i populismi antieuropei, dalla Lega a Grillo, da Forza Italia a Fratelli d’Italia, certamente indeboliscono il peso del Paese tra le Nazioni guida della Ue. E paradossalmente potrebbero produrre effetti controproducenti per alcuni di essi. Il Movimento 5 Stelle si scaglia soprattutto contro i politici e il vecchio modo di fare politica. Ma in Italia negli ultimi decenni un fattore che ha reso più seria la politica è stato il quadro europeo di regole. Se i politici italiani hanno dovuto limitare almeno un po’ le loro scorrerie nel parastato, porre fine alla spoliazione delle generazioni future attraverso il debito pubblico e rinunciare al depauperamento del risparmio, è perché negli anni Novanta sono arrivate le regole del mercato unico e la disciplina di bilancio legata all’euro. Grillo rischia di fare un regalo alla casta».
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