Il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e dei teocon Carlo Giovanardi, Maurizio Sacconi, Eugenia Roccella ha abbandonato la trincea del “non possumus” ad oltranza nei confronti delle unioni gay, anche se ancora molti sono i paletti. Dopo l’apertura di Silvio Berlusconi sui diritti civili per i gay a ricasco dell’iscrizione di Francesca Pascale all’Arcigay insieme a Vittorio Feltri, cambia la linea sostenuta da Alfano sostenuta a oltranza fino a ieri
L’annuncio del cambio di rotta di Ncd, con l’avallo ad un’intesa di maggioranza sulle unioni civili, lo ha dato in prima persona il ministro. “Lavoreremo – si è impegnato il leader Ncd – perché si arrivi ad un accordo. Se c’è da garantire maggior tutela ai problemi delle tante persone che convivono noi siamo pronti. La soluzione sia però pragmatica e non ideologica”.
Ma l’apertura, però, nasconde dei paletti che ancora sono ben saldi nel terreno: “no ai matrimoni gay, no alle adozioni gay o all’utero in affitto, no alla reversibilità delle pensioni che oggi costa più di 40 miliardi all’anno ed è la più costosa in Europa”. Perché “il tutto – ha ammonito Alfano – deve far parte di un equilibrio purchè siano salvi i principi”.
“Noi – ha sottolineato il leader Ncd – rispettiamo l’affettività di tutti” ma “la nostra è un’apertura con un avvertimento: non si tocchi la famiglia naturale, composta da uomo e donna, come recita la Costituzione all’art.31”. E “anzi, in autunno devono partire dei provvedimenti, nel contesto della legge di stabilità e delega fiscale, che la rafforzino” perché “è la famiglia il vero centro dello sviluppo sociale di questo Paese”.