Grillo attacca Renzi: campagna stampa contro M5s, non siamo terroristi
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Grillo attacca Renzi: campagna stampa contro M5s, non siamo terroristi

Il leader dei pentastellati torna dopo settimane di silenzio e punta il dito contro il premier: dialoghiamo con i terroristi e non con il governo? Schifezze dell'ebetino.

Grillo attacca Renzi: campagna stampa contro M5s, non siamo terroristi
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23 Agosto 2014 - 11.05


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Lo scontro tra Matteo Renzi e Beppe Grillo continua. Questa volta, però, è il leader dei pentastellati a parlare: “Buongiorno, non sono né scomparso né latitante. Intervengo perché c’è una campagna stampa contro il M5s che è vergognosa: siamo a favore del terrorismo, dialoghiamo con i terroristi e non con il governo… Queste sono schifezze del nostro ebetino presidente del consiglio”. Grillo ha pubblicato anche un post-videomessaggio sul blog.

Renzi “non è stato eletto da nessuno: che vada alle politiche e che si faccia eleggere dal popolo italiano! Vorrei far capire a chi l’ha votato che non ha mantenuto nulla di quello che ha detto: Noi dobbiamo, assolutamente, riprenderci il Paese. Dobbiamo andare a governare noi”, ha tuonato Grillo.

“M5s con terroristi? A Renzi chiederò danni, in nome mio e del popolo italiano”
“si permette anche di dire che noi abbiamo attinenze con il terrorismo: io vedrò se ci sono gli estremi per chiedergli i danni in nome mio e del popolo italiano”, ha aggiunto evocando azioni giudiziarie nei confronti del presidente del Consiglio dopo le polemiche per il post di Di Battista sull’Iraq. “La violenza indecente, barbara, inaccettabile subita” da James Foley è “in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib”. Così in un post Alessandro Di Battista torna a parlare di Iraq legando, attraverso una serie di passaggi, la morte del reporter all’ “imperialismo” Usa.

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Di Battista: “Definito assassino per aver espresso idee”

E proprio il parlamentare D Battista pubblica un post sul suo profilo Facebook in cui torna a parlare di Iraq dopo le polemiche. “Ho ricevuto ogni genere di insulto in questi giorni. “Terrorista”, “assassino”, “soggetto pericoloso per la società”. Un giornale ha anche scritto che avrei intenzione di farmi esplodere in una metro. Il tutto per aver espresso delle idee, riportato dei fatti e provato a “capire”, un atto che rivendico con tutto me stesso. Mi domando cosa possa succedere se dovessi mai compiere uno di quei reati tanto cari ad esponenti di quei partiti che i giornali che mi hanno infangato portano sul palmo della mano. Qualcuno, in rete, mi ha anche augurato di fare la fine di quel povero reporter americano”.

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