Ignazio Marino tira dritto. Sulle nozze gay non fa un passo indietro: domani ci sarà la trascrizione dei ‘fiori d’arancio’ celebrati all’estero. Il motivo? “Una scelta di rispetto per le tante famiglie non riconosciute. Si arrivi presto a una legge in Parlamento”.
Il prefetto, Giuseppe Pecoraro, ammonisce “non sono validi i matrimoni tra persone dello stesso sesso officiati all’estero”. E in un’intervista a Il Messaggero precisa “non c’è da parte mia alcun giudizio o interferenza politica. Mi limiterò a far rispettare la disposizione del Viminale. L’ultima parola spetta ai prefetti, che si limitano a far rispettare le circolari del ministero”.
Insomma, per adesso non ci sono vincitori né vinti. Estella Marino, assessore all’Ambiente, a Radio Popolare Roma commenta: “ Si tratta chiaramente di un atto simbolico, a cui ne seguiranno altri ma mi auguro che possa essere un passo che, insieme a quello degli altri sindaci, tenga accesa la discussione e porti finalmente all’approvazione di una legge nazionale. Anche perché è chiaro che gli italiani sono più avanti della politica: già molti Municipi si sono mossi in tal senso e la maggioranza dei romani interpellati si è dichiarata favorevole alle trascrizioni. Domani- conclude – il sindaco vuole dimostrare ai cittadini di Roma che l’Amministrazione è dalla loro parte”.
Di altro avviso è Roberta Angelilli coordinatore regionale Ncd. “Il Nuovo Centrodestra presenterà un ordine del giorno in tutti i Municipi per lanciare un appello al sindaco Marino affinché ritiri la proposta di delibera sull’istituzione del registro delle unioni civili, dopo la circolare del ministro Alfano rivolta ai prefetti per chiedere la cancellazione delle trascrizioni delle unioni tra persone dello stesso sesso contratte all’estero. Non si possono accettare automatismi su un tema così delicato come il diritto di famiglia. Non è ammissibile che siano i sindaci o i tribunali a dettare le regole sulle unioni omosessuali scavalcando principi fondamentali del nostro ordinamento”.