La difesa non richiesta di Ignazio Marino
Top

La difesa non richiesta di Ignazio Marino

Alla luce dello scandalo sulla Mafia Capitale, si può riabilitare il sindaco di Roma Marino, anche per la sua battaglia dentro il Pd

La difesa non richiesta di Ignazio Marino
Preroll

Desk3 Modifica articolo

6 Dicembre 2014 - 11.50


ATF
di Marco Fiorletta

Chi ha già letto o sentito questa mia dotta analisi sulla situazione romana e Ignazio Marino, se ne faccia una ragione, rilegga o salti a piè pari o dispari.

Non ho votato Marino per motivi di residenza, purtroppo, ma anche se fossi stato un cittadino romano, al primo turno Ignazio il mio voto non lo avrebbe avuto. Al secondo probabilmente sì, obtorto collo.

I dubbi sulla reale consistenza dell’uomo politico c’erano e molti sono rimasti, consistenza che mischiata con una certa ingenuità politica ha dato vita ad un ibrido di onestà, immobilismo (per alcuni), scelte sbagliate (per altri) e via di critiche superficiali o meno.

Alla luce di quanto è venuto e sta venendo fuori, occorre riabilitare Ignazio Marino e la sua lotta all’interno del Pd, dove circolano anche persone oneste e serie, non dimentichiamocelo. Si può essere più o meno in sintonia con questo cazzo di partito, e io non lo sono, ma non tutti sono ladri e grassatori.

Dall’inizio, dai primi passi della giunta, nella mia ingenuità, ho individuato le cause di una certa inerzia di chi governa-va(?) Roma. E una delle cause, secondo me, è che la precedente gestione ha occupato tutte le posizioni chiave dell’amministrazione, non gli Ad delle tante municipalizzate o partecipate che possono essere rimossi, ma i massimi livelli dirigenziali della macchina comunale, quelli che è difficile mandare via perché gli devi dare un posto pari grado, mansione e stipendio. Coloro, in fondo, che possono intralciare la macchina burocratiche del Comune. Se a tutto ciò aggiungete infidi e corrotti, a quel che sembra, suggeritori la frittatona è bella che servita.

Leggi anche:  Michele De Pascale: breve storia del giovane dirigente del Pd eletto presidente dell'Emilia Romagna

Ma io sono ingenuo come già detto, un’anima pia, con la mente libera da certe macchinazioni e mai avrei potuto immaginare che il marcio avesse raggiunto tali livelli. Mai avrei potuto immaginare che Roma fosse governata da un misto di becero affarismo fascio-razzista appoggiato da beceri falsi sinistri devoti al dio denaro come un miscredente qualsiasi.

Ora capisco, o penso di capire, il perché di certi attacchi al Sindaco anche quando non erano dovuti e/o doverosi. Ora si capiscono certe resistenze, certi scandali e scandaletti che hanno colpito l’ingenuo-sprovveduto sindaco. Ma se poi tanto ingenuo e sprovveduto non fosse?

Di certi piccoli sciacalletti a cinque stelle non parlo. Ho da andare a giocare.

Native

Articoli correlati