Rose e veti, si apre la partita del Colle
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Rose e veti, si apre la partita del Colle

Giorgio Napolitano il giorno dopo. Dopo nove anni e una storica rielezione, si apre la corsa al Quirinale. Renzi e Berlusconi affilano le armi.

Giorgio Napolitano
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15 Gennaio 2015 - 10.55


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Inizia così ufficialmente la partita del Colle, che le forze politiche fallirono nel 2013, chiedendo a Napolitano uno sforzo supplementare. “Ragionevolmente a fine mese avremo il prossimo presidente della Repubblica.

Non possiamo fallire”, dice Matteo Renzi, che è al lavoro per individuare il nome di un “arbitro” di alto profilo. Ma si ferma a rendere omaggio al presidente uscente: #GrazieNapolitano, scrive su Twitter. E pubblicamente esprime “gratitudine, emozione e commozione per il lavoro svolto” in “momenti delicati di tenuta istituzionale”, con “straordinaria intelligenza politica”.

Un ringraziamento che riverbera in Parlamento nell’ovazione della grande maggioranza delle forze politiche, ma con eccezioni di rilievo: Forza Italia e Lega, molto fredde, e il Movimento 5 Stelle che definisce Napolitano “uno dei peggiori presidenti della storia”.

Napolitano, da senatore a vita, potrà concorrere a votare quelle riforme che ha promosso strenuamente in tutto il suo mandato e che, nel pomeriggio, l’opposizione in Parlamento ha cercato di rallentare chiedendo invano che siano rinviate a dopo l’elezione per il Colle. Napolitano potrà anche partecipare al voto per l’elezione del suo successore. Si accomiata dal Quirinale con una lettera stringata in cui comunica alle Camere la decisione presa. Una decisione, aveva spiegato agli italiani, legata alla fatica dell’età, dopo nove anni di gravoso impegno.

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Le prime schermaglie “Vogliamo sperare che si possa arrivare ad un Capo dello Stato che sia garante di tutti e non di una parte. Credo sia una domanda assolutamente logica e giusta pretendere di avere un presidente che non sia un seguito di tre presidenti di sinistra che hanno portato questo paese a questa situazione non democratica”. Queste le parole di Silvio Berlusconi, intervenuto ad un’iniziativa organizzata da Forza Italia, detta le sue condizioni per la scelta del prossimo Capo dello Stato.

“Niente veti e nessuna competizione ideologica su un nome preferito, perché non è che si sceglie con chi si va a cena”, ha risposto il premier Matteo Renzi, arrivata nella serata di ieri. Il capo dello Stato va eletto “con tutti quelli che ci stanno: con il centrodestra, con i leghisti, con Sel, con Grillo, con i centristi”, ha spiegato il presidente del Consiglio, avvertendo Fi che senza una accordo il Presidente “lo eleggeremo da soli”.

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Per eleggere il prossimo Capo dello Stato, serviranno 505 voti e la maggioranza che oggi sostiene il Governo ne ha circa 700, mentre 150 sono i grandi elettori di Forza Italia: la maggioranza di governo potrebbe fare a meno dei voti di Berlusconi.

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