Italicum: il Senato approva, astenuti 24 del Pd
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Italicum: il Senato approva, astenuti 24 del Pd

Il Senato ha approvato la legge elettorale, che torna ora alla Camera. I sì sono stati 184, i no 66 e 2 gli astenuti. Le opposizioni hanno contestato vivacemente.

Italicum: il Senato approva, astenuti 24 del Pd
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27 Gennaio 2015 - 17.32


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“E due. Legge elettorale approvata anche al Senato. Il coraggio paga, le riforme vanno avanti”.
Così il premier Matteo Renzi commenta su Twitter il via libera all’Italicum in seconda lettura. E aggiunge l’hashtag “#lavoltabuona”.

Approvata in Senato la legge elettorale. Ora il testo tornerà alla Camera. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, nei giorni scorsi aveva sottolineato che la riforma potrà avere il via libera definitivo in aprile. Entrerà, però, in vigore dal luglio del 2016, come prevede la clausola di salvaguardia prevista nel testo. I sì sono stati 184, i no 66 e 2 gli astenuti.

“Io credo che quella che abbiamo votato oggi in Senato sia la miglior sintesi possibile che potevamo raggiungere in questo ramo del Parlamento, con questi equilibri politici. Tutto è migliorabile, ma tutti allo stesso modo sappiamo che la riforma della legge elettorale si fa cercando il massimo consenso possibile tra le diverse forze rappresentative in Parlamento e non può rispondere ai desiderata di un solo partito”. Lo dice Anna Finocchiaro, presidente della Commissione affari Costituzionali.

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Ma non sono mancate le contestazioni da parte delle opposizioni sul coordinamento formale al testo della legge elettorale, proposto dalla presidenza. Le critiche sono state mosse da Roberto Calderoli, Vito Crimi e Loredana De Petris, perché il coordinamento formale interviene sui contenuti del testo. Ha esordito Calderoli “Pensavo che parlassimo tra persone per bene, pensavo che il coordinamento formale fosse in realtà un maxi emendamento”. Mentre Crimi ha chiesto con voce animata che il coordinamento fosse rimandato in Commissione, ed ha ricordato che “sul presidente del Senato dopo l’approvazione della legge truffa nel 1953 volarono le tavolette”. De Petris ha invece affermato “Mi domando se ci prendete per scemi. Non è piu’ tollerabile una presidenza che fa solo gli interessi della maggioranza. O lo espunge dal coordinamento formale gli elementi estranei, o lo manda in commissione. Non siamo né scemi né vogliamo essere calpestati ancora una volta”.

Non partecipano però al voto 24 senatori della minoranza del Pd che, pur contestando l’Italicum, evitano almeno un voto contrario, che avrebbe costituito un vero strappo alla vigilia delle elezioni della presidente della Repubblica. Seppur non determinante dal punto di vista numerico, il sì di Fi lo è stato dal punto di vista politico, perché ha permesso al Pd di superare tutti i momenti critici in Aula, l’ultimo dei quali si è verificato poco prima del voto in per una forzatura della maggioranza su un passaggio formale.

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