Quirinale: il Pd punta su Mattarella, Silvio no
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Quirinale: il Pd punta su Mattarella, Silvio no

L'investitura ufficiale del Partito Democratico tramite il vicesegretario Lorenzo Guerini. Vero o pretattica?

Sergio Mattarella
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28 Gennaio 2015 - 22.46


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Alla vigilia della prima votazione, c’è il nome di Sergio Mattarella al centro delle trattative per il Quirinale. Matteo Renzi ne parla con Pier Luigi Bersani prima, Silvio Berlusconi poi.

Ma se la minoranza Pd sarebbe pronta a convergere sull’ex ministro e membro della Corte Costituzionale, il Cavaliere oppone strenua resistenza e ai grandi elettori di Forza Italia dichiara: “Il candidato non c’è”. Anche se poi aggiunge che “a nessuno conviene far saltare l’accordo”. Si va avanti a trattare, dunque: Berlusconi e Renzi si rivedranno. Ma intanto anche i 5 Stelle provano a giocare la loro partita.

E nella rosa di nove nomi che sottoporranno al voto della Rete spuntano Romano Prodi e anche Bersani. Domani alle 15 dal banco della presidenza di Montecitorio Laura Boldrini e Valeria Fedeli dichiareranno aperta la prima votazione per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ma a vincere saranno probabilmente le schede bianche.

E’ questa l’indicazione che Renzi dovrebbe dare ai 460 grandi elettori del Pd, che ha convocato alle 13 in un centro congressi nel centro di Roma. Così voteranno anche Forza Italia – che rinuncia al candidato di bandiera Antonio Martino – e Area popolare. L’unico nome ufficialmente in campo dal primo scrutinio è dunque quello di Vittorio Feltri, avanzato da Lega e Fratelli d’Italia.

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Mentre i 5 Stelle voteranno il candidato che sarà scelto dagli iscritti al Movimento, in una votazione che si svolgerà domani dalle 8 alle 14 sul blog di Beppe Grillo. I candidati, dopo che Lorenza Carlassarre si è sfilata dalla corsa, sono 9: Bersani, Raffaele Cantone, Nino Di Matteo, Ferdinando Imposimato, Elio Lannutti, Paolo Maddalena, Prodi, Salvatore Settis e Gustavo Zagrebelsky.

Se i prescelti fossero Prodi o Bersani rappresenterebbero, ammettono i dem, una tentazione anche per la minoranza Pd. Intanto, però, il Pd sembra in grado di ricompattarsi attorno al metodo condiviso scelto da Renzi e soprattutto attorno al nome di Mattarella (“Ha le caratteristiche per unire”, dice anche un pasdaran come Stefano Fassina).


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