Mattarella, il volto perbene della politica
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Mattarella, il volto perbene della politica

L'attuale giudice costituzionale, piace a tutta la sinistra e non dispiace alla destra. Ecco raccontati in breve, 25 anni di carriera politica.

Mattarella, il volto perbene della politica
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29 Gennaio 2015 - 16.48


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di Claudia Sarritzu

Sergio Mattarella potrebbe essere il prossimo Presidente della Repubblica, allora cerchiamo di capire chi è?

La sua è una carriera politica di 25 anni, protagonista italiano assoluto del processo processo di costruzione della difesa comune europea. L’attuale giudice della Corte Costituzionale possiede una grande conoscenza dei processi di intelligence che garantiscono quotidianamente la sicurezza del Paese.

Da non dimenticare che ha legato il suo nome alla legge elettorale “Mattarellum” alla quale qualcuno ha guardato come modello per sostituire un Porcellum.
Il sistema Mattarella era semplice: il 75 % dei seggi parlamentari venivano assegnati con il sistema maggioritario, il 25% con il proporzionale. Il massimo della governabilita’ possibile con il massimo dell garanzia di rappresentanza di tutte le forze politiche in Parlamento. E’ proprio al Mattarellum che un premier britannico che piace sia a destra come a sinistra, vale a dire Tony Blar, si ispirerà quando da Downing Street concede la Devolution a Scozia e Galles.

La sua figura è legata anche a quella tragedia familiare che vide la mafia colpire suo fratello Piersanti, il 6 gennaio del 1980, per colpa del suo impegno civile e politico contro il crimine organizzato. Mattarella è avvocato, professore universitario, ed entra nella vita pubblica proprio dopo quei fatti. Anche il padre, Bernardo, stava ai vertici della Democrazia Cristiana e ha ricoperto piu’ volte la carica di ministro. Proprio negli anni della “Primavera di Palermo”, quando la societa’ civile prendeva le distanze dalla mafia, nel 1983 viene eletto alla Camera dei Deputati, dove siedera’ ininterrottamente fino al 2008. Entrerà nella commissione esteri, e da membro della commissione affari istituzionali assiste da spettatore interessato ai primi tentativi di riforma dell’ordinamento costituzionale avviati proprio in quegli anni. Un’esperienza che gli sara’ necessaria quando fara’ direttamente parte delle due commissioni bicamerali create allo scopo nel 1992, con la presidenza De Mita-Iotti, e nel 1996 con D’Alema Presidente del Consiglio.

Ministro per i rapporti con il parlamento tra il 1987 ed il 1989, e’ tra i padri di una delle poche riforme che hanno resistito all’usura del tempo e dei regolamenti parlamentari: la abolizione del voto segreto ordinario alla Camera e al Senato. Successivamente e’stato ministro della Pubblica Istruzione, ma nel 1991 si dimette in polemica con l’approvazione della Legge Mammi’. Torna al governo nel 1998, quando Massimo D’Alema lo vuole vicepresidente del Consiglio, affidandogli la delicatissima delega ai servizi di sicurezza. Dovrà gestire la crisi del Kossovo, tanto da divenire successivamente ministro della difesa, prima sempre con D’Alema e poi con l’esecutivo guidato da Giuliano Amato. Trasformerà l’Arma dei Carabinieri in forma armata autonoma.

Ma i più giovani a lui devono soprattutto una riforma, quella dell’abolizione del servizio militare obbligatorio, per fare delle Forze Armate uno strumento piu’ dinamico ed al passo con i tempi. Del resto non e’ un caso se con lui a Via XX Settembre l’Italia aumenta la propria proiezione internazionale nelle missioni di pace. Dal 2008 è giudice della Corte Costituzionale.


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