Tangenti: Lupi non molla, ma il Pd pensa alle sue dimissioni
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Tangenti: Lupi non molla, ma il Pd pensa alle sue dimissioni

Giachetti, vicepresidente della Camera: non si tratta solo di un problema politico, ma di una questione etica.

Tangenti: Lupi non molla, ma il Pd pensa alle sue dimissioni
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19 Marzo 2015 - 12.43


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Dopo lo scandalo tangenti e corruzione che ha investito il governo Renzi sulle Grandi Opere, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, al momento, non sembra intenzionato a rassegnare le dimissioni. Nel Pd cresce l’imbarazzo, visto che sui giornali di stamattina ci sono nuovi sviluppi dell’inchiesta giudiziaria, e la poltrona dell’esponente Ncd sembra sempre più a rischio.

I malumori nel partito di Renzi crescono di ora in ora: “Lupi? Se è innegabile che non vi sia al momento un problema giudiziario, ciò non vuol dire che non vi sia un problema di etica politica. Lupi quindi si dovrebbe dimettere per dare l’esempio che si fa un passo indietro non per una resa, ma per opportunita’ politica”. A dirlo è stato il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, del Pd.

“Il problema – ha aggiunto – è politico ed etico. Proprio perchè sono garantista non accetto che per un semplice avviso di garanzia ci si debba dimettere, cosi’ come sono convinto che per farlo non sempre sia necessario averne ricevuto uno”. E nel caso in cui il ministro non lasciasse l’incarico, il presidente del Consiglio dovrebbe costringerlo? “Renzi come premier -replica- non ha strumenti formali per farlo dimettere, però sicuramente ha più elementi di me per valutare se sia il caso di esercitare a pieno la sua moral suasion”.

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Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale Ncd, ha invece detto: ”Come va a finire? Dipende soprattutto da Lupi. Tutto il Nuovo Centrodestra è compatto con lui. Deve restare ministro, perché riteniamo che non ci siano dubbi sulla sua onestà. E per la sostanza politica della vicenda. Detto questo, per noi la centralità della persona non è uno slogan. Se Lupi spiegasse un suo eventuale passo indietro, dovuto a ragioni personali, e ci chiedesse di condividere la sua scelta, saremmo con lui, con la stessa forza”.

Il senatore del partito di Angelino Alfano ha assicurato che non arrivano pressioni dal presidente del Consiglio, Renzi e dal Pd: ”Pressioni? Non direi. Piuttosto, ragionamenti amichevoli”. Quanto alla mozione di sfiducia, promossa da M5S e Sel, Quagliariello dice: ”Renzi ci ha garantito la tenuta del suo partito”.

E poi Stefano Fassina, esponente di punta della minoranza Pd.

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