Renzi: non caccio chi ha un avviso di garanzia
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Renzi: non caccio chi ha un avviso di garanzia

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi esclude che dopo le dimissioni di Maurizio Lupi tocchi ora ai sottosegretari indagati lasciare l'incarico.

Renzi: non caccio chi ha un avviso di garanzia
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22 Marzo 2015 - 10.09


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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi esclude che dopo le dimissioni di Maurizio Lupi tocchi ora ai sottosegretari indagati lasciare l’incarico. “Ho sempre detto che non ci si dimette per un avviso di garanzia. Per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. Del resto, è scritto nella Costituzione. Quindi perché dovrebbe dimettersi un politico indagato? Le condanne si fanno nei tribunali, non sui giornali”.

Non è una questione di ‘doppiopesismo’ tra Lupi e i sottosegretari: “ho chiesto le dimissioni a Orsoni quando, patteggiando, si è dichiarato colpevole. Ho commissariato per motivi di opportunità politica il Pd di Roma nonostante il segretario locale fosse estraneo alle indagini. A suo tempo avevo auspicato il passo indietro della Cancellieri sempre con una motivazione strettamente politica. Altro che due pesi e due misure: le dimissioni si danno per una motivazione politica o morale, non per un avviso di garanzia. Su De Luca, continua Renzi, “lui ha fatto una scelta diversa, considera giusto chiedere il voto agli elettori e si sente forte del risultato delle primarie”.

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Per quanto riguarda Lupi: “ha fatto una valutazione giusta e saggia secondo me. Una scelta personale e molto degna”. L’ipotesi di un altro dirigente Ncd alle Infrastrutture? “Il ministro che verrà non è importante in una logica interna di partiti, ma sarà decisivo per far ripartire l’Italia.

Non si lascia sfuggire anche una replica a D’Alema che ha criticato la sua gestione del Pd definendola “arrogante e personale”: “Ha usato espressioni più da vecchia gloria del wrestling che da ex primo ministro. E’ mia intenzione aprire un dibattito nel partito per discuterne il modello, oltre i talk e i tweet. E’ giusto confrontarsi sull’identità della sinistra e su come sta cambiando”.

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