«La trascrizione integrale di un’intercettazione produce effetti deformati che alterano la rappresentazione dei fatti. Se riguardano aspetti penalmente irrilevanti, producono solo un danno irreparabile alla vita delle persone. È successo per uomini politici e gente comune».
A dirlo è il garante della Privacy Antonello Soro che, intervistato da Repubblica, afferma: «La questione, da anni, è fortemente divisiva, ma sono convinto che un equilibrio di interessi costituzionali sia necessario e sia anche possibile».
Soro nega che la lettera che ha scritto al premier per sollecitare un intervento sulle intercettazioni sia legata ai casi dell’ex ministro Maurizio Lupi e di Massimo D’Alema: «Assolutamente no. La lettera a Renzi non parte da loro, ma dal fatto che in commissione Giustizia della Camera c’è la delega sulle intercettazioni».
Il garante sottolinea che non si tratta di difendere solo i politici, ma anche la gente comune: «Ho sollevato la questione dal primo giorno in cui ho assunto il mio incarico, ne ho parlato nelle due relazioni al Parlamento, in numerose audizioni parlamentari, nei provvedimenti di blocco e di divieto per alcuni giornali. Cito per tutti i casi della prostituzione giovanile a Roma e di Yara». «La dignità personale – ribadisce Soro – va difesa sempre, non solo quella di chi finisce di sfuggita in un’intercettazione e non è indagato, ma anche quella degli indagati e dei condannati. Il rispetto della dignità personale è l’architrave su cui si regge il nostro sistema costituzionale, perdere di vista questo ci porta alla barbarie».
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