di Nuccio Fava
Il Presidente Mattarella non si è risparmiato nel rendere onore al 70esimo del 25 Aprile collegandolo agli eventi che portarono alla Liberazione e alla conquista della democrazia attraverso l’eroico contributo dell’esercito partigiano e dei rappresentanti di tutti i partiti che avevano dato vita al CNL (Consiglio Nazionale Liberazione).
Naturale e straordinario sviluppo ne fu la Costituzione Repubblicana e la formazione – pur tra divaricazioni e contrasti anche aspri – dei primi governi democratici di Ferruccio Parri e di Alcide De Gasperi. Insieme al “ Vento del Nord”, cominciava a spirare la Guerra Fredda, che gravò sull’Europa sino alla caduta del Muro. Nonostante tutte queste difficoltà, una Italia in macerie – grazie soprattutto a De Gasperi e alla scelta Atlantica – avviò un rapido cammino di ricostruzione e di crescita, conquistando un posto di rilievo tra i paesi più importanti.
Il Presidente della Repubblica Mattarella ha ricordato tutto questo anche agli studenti e agli insegnanti ricevuti al Quirinale, facendo loro una speciale lezione di educazione civica, irresponsabilmente trascurata in tutti questi anni nelle università e nelle scuole. Causa non ultima dell’afasia civile e del disinteresse di molti nei confronti delle istituzioni e della politica. Il presidente Mattarella non è né un docente né un conferenziere. È il supremo magistrato della Repubblica, consapevole dei suoi limiti e dei suoi doveri di garante per tutti. Sempre consapevole però che il valore cogente e l’efficacia di fare memoria del 25 Aprile deve costituire uno sprone anche per l’oggi. Democrazia e libertà non sono infatti compiute una volta per tutte, sono aspirazione permanente da approfondire e da riconquistare giorno per giorno attraverso solidarietà e giustizia. Così per il grande problema dei giovani e del lavoro che la nostra Costituzione pone a fondamento degli obiettivi della politica e delle istituzioni fin dal primo articolo della Carta. Ci è parso perciò di straordinario rilievo il riferimento esplicito alla lotta alla corruzione e al contrasto più efficace contro la mafia.
Con tono diverso dal generosissimo Don Ciotti abbiamo intravisto chiaramente il ringraziamento ai tanti – giovani, adulti e meno giovani – che manifestano e lottano ogni giorno contro le Mafie, gridano la loro richiesta di maggiore impegno da parte della politica e delle istituzioni, dando per primi l’esempio e formulando proposte.
La Resistenza è stata un moto Europeo, un impegno per bandire la Guerra e i Nazionalismi, soprattutto impegno per costruire una migliore Europa, capace di darsi un orizzonte meno pigro ed egoista dell’attuale.
Sono incomprensibili invece e controproducenti dichiarazioni enfatiche e retoriche di europeismo di facciata, specie quando sono assenti risposte adeguate e interventi efficaci ed urgenti. Il caso emblematico ed umanamente drammatico è rappresentato dalle morti nel Mediterraneo. L’Europa ha saputo fare tante grancassa, con in testa il nostro presidente Renzi, senza riuscire però ad assumere decisioni all’altezza della drammatica sfida.
Il nostro Presidente del consiglio forse provato dal gran pasticcio con Obama intorno alla morte del cooperante Italiano Giovanni Lo Porto, si è sostanzialmente limitato a minacciare elezioni anticipate e alludere ad un possibile voto di fiducia, su una materia – la nuova legge elettorale – che dovrebbe rispettare fino in fondo la libertà di tutti i parlamentari, senza costrizioni e minacce di sorta. Temiamo gli sviluppi dei prossimi giorni e in ogni caso non ci pare un buon contributo al 70mo della Liberazione e il riconoscimento allo straordinario campito che seppero assolvere unitariamente i padri costituenti.
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