Peserà più Podemos o la Bindi?
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Peserà più Podemos o la Bindi?

Le Regionali si avvicinano, ma le previsioni non sono delle più rosee: tra distacco e astensionismo, ecco cosa potrebbe influenzare il voto

Nuccio Fava
Nuccio Fava
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30 Maggio 2015 - 11.37


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di Nuccio Fava

Sarà soprattutto l’astensione a caratterizzare il voto regionale. Sono le generali previsioni ad andare in questa direzione e le forze politiche che sembrano rassegnate o addirittura contente di questo inevitabile esito. Conferma di un distacco profondo dalla politica e dalle istituzioni di gran parte dei i cittadini elettori. Considerano la politica “una corsa sporca”, i partiti tutti uguali e tutti incapaci di risolvere i veri problemi, a preoccuparsi davvero delle gravi difficoltà, specie del lavoro dei giovani. E’ questo lo sfondo principale in cui si voterà alle regionali, con i leader e i nuovi preoccupati-indipendentemente dalla percentuale dei votanti.-Di non perdere troppo rispetto alle elezioni precedenti. La campagna elettorale, fatta tutta in televisione e per questo poco adatta ad un confronto serio e approfondimento dei problemi. Anche il confronto Renzi-Berlusconi si è svolto in modo singolare, con i due contendenti ciascuno per proprio conto, separati e distanti. Stiamo diventando un paese in cui è impossibile fare “faccia a faccia”, discutere seriamente e non ridursi al solito sproloquio da comizio, senza contraddittorio e domande impegnative. Si parla male dell’avversario e si magnificano le proprie proposte le proprie promesse al massimo si convincono i già convinti, i fedeli di sempre che tra l’altro si assottigliano sempre più ingrossano le file degli astenuti, o forse, cambiano partito.

Si parte da ciò nonostante con qualche preoccupazione agli influssi o influenze che il voto potrà avere sul quadro politico. Si è aggiunta all’ultimo momento una novità per molti versi rilevante. A poche ore dalla chiusura della campagna elettorale la presidente della commissione antimafia, Rosy Bindi, ha reso pubblici i nomi ritenuti impresentabili dalla stessa commissione antimafia. Non sono mancati i contrasti e subito le polemiche singolarmente più acute da parte dello stesso partito della Rosy Bindi, il partito democratico di cui è segretario Matteo Renzi che è anche presidente del consiglio. Non ha certo gradito, Matteo Renzi, questa uscita all’ultimo minuto di Rosy Bindi, la pasionaria oppositrice del segretario presidente. La preoccupazione e l’ira dei fedeli Renziani si è scatenata immediatamente ed è toccato a Bersani il compito di difendere la presidente antimafia. Anche Roberto Saviano in anticipo aveva sollevato polemicamente il problema affrontato dalla commissione, sia pure con ritardo. La questione maggiore si è posta proprio al partito democratico, impegnato senza riserve a sostenere il chiacchieratissimo candidato campano del partito democratico. Sostenuto sempre più con appoggio totale dallo stesso Renzi e dalla ministra per le riforme.

Situazione piuttosto anomala e imbarazzante in quanto l’ex sindaco di Salerno è decaduto dalla carica a seguito della legge Severino. Ciò nonostante Renzi in prima persona si è recato a Salerno in una pubblica manifestazione per dare il pieno appoggio al candidato De Luca sostenendone la piena candidabilità ed eleggibilità. Anche in questo caso ben oltre le riserve sui tempi e le modalità delle decisioni dell’antimafia, emerge comunque disinvoltura e discutibilità rispetto ad un tema cruciale quale la legalità cioè il rispetto della legge uguale per tutti, che non può essere interpretata a seconda del soggetto a cui andrebbe applicata. Si possono fare tanti bei discorsi sulla legalità e l’anti-corruzione e poi fare piroette e giravolte dinanzi al caso che riguarda un amico. Il vecchio Cicerone esaltava l’amicizia che però non può mai prevalere sulla verità.

Difficile dire quanto queste polemiche, anche aspre e legate molto allo scontro interno al partito, anche se su questi temi è difficile comprendere uno scontro così acuto, possano influire sulle ultime ore di campagna elettorale. Anche perché la polemica ha riguardato anche altre forze politiche, sia pure limitatamente alla alla regione Campania e alla Puglia. In molti oltre questo surriscaldamento dell’ultima ora si chiedono se potrà esserci soprattutto un effetto Podemos. Dopo il voto in Spagna sono stati numerosi i tentativi di accarezzare il significato di quella protesta e del disegno fortemente rinnovatore che conteneva, senza però che sia facile attribuire ad alcuna delle forze in campo una titolarità e tanto una prossimità o investitura Podemos. Renzi per la verità considerato risultati di movimento in direzione di una nuova Europa tanto il voto spagnolo quanto quello polacco. Forse eccesso di disinvoltura per restare sempre e comunque al centro dell’arena. Renzi del resto ha messo le mani avanti avanti rispetto ai risultati delle elezioni. Dall’iniziale sei a uno ha mostrato di accontentarsi anche di un risultato più modesto, fino a un quattro a tre. Una ipotesi molto più realistica accompagnata dalla dichiarazione che in ogni caso si tratta di un voto regionale e che non potrà quindi avere conseguenze sul governo.

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