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La scelta di Beppe Grillo di candidare Carlo Freccero per il consiglio d’amministrazione della Rai è ineccepibile.
Carlo Freccero è, come lui stesso si definisce, un “uomo di prodotto” che conosce le alchimie dei palinsesti tanto bene quanto i titoli che programma. E’ uno studioso serio, colto, intelligente, ma soprattutto con quella lungimiranza in grado di fargli guardare oltre il tempo in cui – come tutti noi – si trova a vivere. Un inventore in senso rinascimentale, capace di dare spazio a sogni televisivi come Rai4 in grado di competere per qualità con le reti ammiraglie delle altre realtà internazionali.
Voglio mettere fuori campo ogni dubbio: conosco e stimo Freccero per avere lavorato con lui, ma soprattutto per averlo osservato nel suo modo di fare, apparentemente eccentrico che, invece, è capace di sviluppare uno sguardo e un pensiero onnicomprensivo della televisione internazionale.
Essendo io un ‘tecnico’ puro legato alla comunicazione e alla produzione sono meno interessato alla sua visione politica, su cui potrei dire delle banalità. Certo è che se la nuova Rai ha bisogno di un pensiero organico dietro alla sua rinascita, ebbene Carlo Freccero e uomini e donne (Flavia Barca, ad esempio) come lui possono fare tanto in un momento di transizione dei media così complicato e che richiede competenza e cultura per essere decifrato in pieno.
Il Servizio Pubblico si trova dinanzi a nuove sfide sul piano economico e culturale, ma soprattutto si trova ad operare in un mercato profondamente cambiato in termini di soggetti che operano nel nostro paese. A partire dal grande lavoro di Sky e continuando con Netflix che dall’autunno sarà presente nel nostro paese.
Carlo Freccero è la persona giusta per comprendere la portata di queste sfide, ma soprattutto per rilanciare la Rai in un programma di lavoro che faccia leva sui suoi asset più importanti come Raicinema, Raifiction e la produzione di News, riportando quella modernità necessaria per farla diventare un player internazionale.
L’internazionalizzazione dell’audiovisivo italiano è la parola d’ordine di questi anni: un risultato a portata di mano che passa attraverso investimenti, coraggio e – soprattutto – impegno nel non cedere di fronte ai rischi di scenari complessi.
Mi piace concludere citando le qualità che apprezzo di più in Frecceco: il suo essere prima di tutto un manager di specchiata onestà attento ai costi che conosce il valore e il prezzo di tutto. La sua grande capacità comunicativa e nel raggiungere sempre o quasi i risultati che si è prefissato. Una persona capace di ascoltare e di mediare le posizioni dei suoi collaboratori.
Carlo Freccero è l’uomo giusto al posto giusto.
Argomenti: beppe grillo movimento 5 stelle