Marino ritorna dalle ferie, tanto discusse, e ribadisce: a Roma c’è un sindaco solo, col prefetto Franco Gabrielli “affronteremo le questioni più delicate, verificheremo ciò che ancora c’è da fare sul terreno della legalità e della trasparenza, con lui lavoreremo per realizzare un Giubileo della Misericordia che riempirà di orgoglio i romani e gli italiani”. Parola del sindaco che ha risposta ad una missiva di Gigi Proietti e ha analizzato quanto accaduto negli ultimi dieci giorni di agosto.
E’ successo “sicuramente un fatto molto grave – ha scritto Marino -: i funerali di un uomo della famiglia Casamonica sono stati una esibizione muscolare della criminalità organizzata, un colpo battuto molto rumorosamente”. “Al di là delle mancanze e delle disattenzioni di cui ha parlato il prefetto – prosegue -, che hanno impedito di comprendere prima cosa sarebbe successo a piazza don Bosco, credo che il segnale delle mafie non sia un segnale di forza ma il tentativo di riaffermare il proprio potere in una fase totalmente nuova. C’è, infatti, l’inchiesta sul cosiddetto Mondo di Mezzo, le sentenze sui clan di Ostia, l’attenzione nuova che lo Stato dedica alla ‘sfuggente’ mafia romana”. Ma c’è “l’impegno fermissimo del Campidoglio e mio personale, da due anni, perché sia fatta terra bruciata attorno all’intrico di interessi che ha messo insieme corruzione, pezzi della macchina amministrativa e poteri mafiosi”.
Il sindaco di Roma aggiunge che è stato cambiato tutto, con regole per garantire trasparenza, e rotazione dei dirigenti. “Oggi non c’è un euro del Campidoglio speso senza una gara pubblica – precisa Marino – , verificata anche in collaborazione con Raffaele Cantone col quale abbiamo firmato (prima della relazione di Alfano) un protocollo di intesa”.