Ore tese in Aula a Palazzo Madama per il ddl Boschi, per il quale si stanno ancora votando i numerosi emendamenti. La maggioranza resta sul filo e le opposizioni si rivolgono al presidente della Repubblica Sergio Mattarella perchè intervenga sul provvedimento. Intanto è braccio di ferro nel Pd sull’articolo riguardante lo stato di guerra con 14 senatori Dem che votano in dissenso dal gruppo.
L’emendamento della senatrice della minoranza Dem Nerina Dirindin al ddl Boschi divide il gruppo Pd al Senato. In 14 votano a favore della proposta di modifica che vorrebbe la delibera sullo stato di guerra votata a “maggioranza assoluta dei componenti”, mentre in 5 non votano. In soccorso della maggioranza poi votano 28 forzisti. L’emendamento, poi bocciato, chiedeva che fosse la maggioranza assoluta dei componenti a deliberare lo stato di guerra. Nel testo attuale della norma si parla solo di “maggioranza assoluta” senza specificare se dei componenti o dei votanti.
Il primo voto sul ddl Boschi vede la maggioranza a quota 145, uno dei risultati più bassi da quando si è cominciato ad esaminare il testo. Si trattava di un emendamento soppressivo all’art.12 che è stato bocciato con 145 no, 75 sè e un astenuto. Nelle votazioni successive la maggioranza oscilla tra i 145 e i 148. L’articolo 12, quello che riscrive l’art.72 della Costituzione disciplinando l’iter di un progetto di legge nella sorta di nuovo bicameralismo che si sta delineando, è passato con 168 si, 103 no e 4 astenuti. Approvato anche l’articolo 13 con 170 sì.
Romani, Fi invierà lettera-appello a Mattarella – Fi invierà la lettera-appello al presidente della Repubblica rispetto alle “tante forzature avvenute in questi giorni”. Lo afferma il capogruppo Fi, Paolo Romani, che spiega: “Se siamo ancora in tempo la manderemo assieme” alle altre opposizioni, “se non siamo più in tempo la manderemo noi”.
La giornata di oggi – L’Aula del Senato sta approvando velocemente gli articoli del disegno di legge Boschi sulla riforma della Costituzione. Qualche problema la maggioranza l’ha avuto sui voti segreti riguardanti l’articolo 12, quando pur rimanendo sopra l’opposizione, ha potuto contare su una quota di consensi che oscillava tra i 143 e i 145 voti. Sui primi articoli approvati (dal 12 al 16) i voti di maggioranza sono tornati a salire tra i 166 e i 170.
L’appello a Mattarella. Le opposizioni hanno indetto una conferenza stampa nella sala Koch del Senato per annunciare l’intenzione di scrivere una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché intervenga sul tema delle riforme costituzionali. E’ quanto si apprende in ambienti del Senato. La conferenza stampa delle opposizioni in cui si dovrebbe annunciare l’intenzione di scrivere al Capo dello Stato Mattarella sarebbe stata rinviata a dopo le ore 14 su richiesta di Forza Italia e Sel.
Il balletto dei numeri. Nel voto segreto, ieri in Aula, la maggioranza è scesa a quota 153, ben 8 unità al di sotto di quella assoluta. Nella maggioranza del Pd si dicono comunque soddisfatti, reputando “fisiologica” la perdita di numeri sui due voti segreti votati: il primo respinto con 153 no e 131 sì (e 3 astenuti), il secondo con 154 no e 136 sì (e 5 astenuti). Una ‘perdita’ che, salvo le 2-3 eccezioni già registrate in questi giorni, la minoranza Pd non imputa ad un suo rinnovato malcontento mentre più di un esponente dem osserva come il balletto dei numeri (con una maggioranza che sul voto palese ha viaggiato su quota 165) potrebbe essere stato orchestrato dai verdiniani con l’obiettivo di ‘far sentire’ il loro peso. Più alta, infatti, è stata l’asticella della maggioranza sui voti finali ai due articoli approvati oggi: sul 7 i sì sono stati 166, i no 56 e gli astenuti laddove sul 10 i favorevoli sono stati 165, i contrari 107 e sempre 5 gli astenuti.
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