Ignazio Marino si è dimesso ma non è una gran notizia, così come non lo sono le bandiere di Casa Pound et similia sulla Piazza del Campidoglio. Purtroppo ci sono state altre giornate funestate da certe immagini, basti pensare all’elezione del post-fascista con la celtica al collo Alemanno; basti pensare alle contestazioni a Marino con l’aggiunta del filo-fascisti grillini, basti pensare … andate a cercarvi le foto da soli perché non posso fare tutto io.
Marino, che dire di questo dottore che improvvidamente ha abbandonato la carriera medica per scendere in politica? Le ipotesi sul perché di alcuni suoi comportamenti sono tante, ingenuo? inetto? vittima di cattivi consiglieri? Malaussène (per chi non conosce Pennac, capro espiatorio)? vittima sacrificale? Forse un po’ di tutto questo ma principalmente colpevole di aver voluto scoperchiare il pentolone delle malefatte politico-criminali di Roma andando a disturbare non solo il manovratore ma anche i capo stazione. L’hanno accusato di tutto ciò che era possibile accusarlo, il più delle volte uscendone pulito o con l’immagine offuscata per la sua ingenuità o dabbenaggine. Molte volte l’ignoranza di chi si accultura in rete e mai approfondisce lo ha fatto diventare vittima di campagne denigratorie, infamanti basate sul gridalo più forte e diventerà una verità. Le famose vacanze negli Usa sono state di 15 giorni e, a voler essere troppo maligni, proprio in quelle due settimane o poco più c’è il fattaccio del funerale di un Casamonica. Non sono un esperto però mi sembra che l’unico reato che si concretizzò quel giorno fu il sorvolo di Roma sud da parte di un elicottero senza l’autorizzazione di competenza del Ministero dell’Interno, il resto era una questione di opportunità, di senso della misura o se proprio vogliamo, di ordine pubblico che non spetta principalmente al sindaco di una città. E’ mancato solo chi accusasse Marino di essere l’organizzatore della cerimonia funebre.
E che dire del viaggio negli usa al “seguito del Papa”? Già da prima erano iniziate le polemiche e, se uno volesse, potrebbe andare a cercarsi i documenti visivi o scritti per rendersi conto che l’ex sindaco non ha mai detto, a quel che mi consta e che ricordo, di essere stato invitato dal Papa. Tra l’altro rientra nei doveri del primo cittadino promuovere la città, le sue attività, le attrattive per muovere fondi da investire e turisti. E poi l’ultima botta, le note spesa. Per anni me ne sono passate per le mani migliaia comprese quelle di alcuni direttori di giornale oltre che di redattori, avevo carta bianca per far quadrare i conti. Immaginatevi ora che io volessi tirare un siluro a questo o quel direttore o semplice giornalista che mi aveva affidato le sue pezze d’appoggio e ditemi quanto mi ci sarebbe voluto per inguaiarlo. Non dico che sia andata così ma è un’ipotesi da prendere in considerazione insieme alla già citata ingenuità mista a dabbenaggine politica.
Di questo sindaco rimarranno sole le pseudo malefatte, nulla resterà della sua guerra ai potentati, interni anche al suo partito come dimostrato dalle indagini su Mafia Capitale. Ecco, me lo immagino come Al Capone, messo dentro per un reato fiscale ma non per gli omicidi. Marino di dimette per un reato, se mai sarà provato che c’è, minimo utilizzato perché non ha alcun omicidio (ruberia et similia) alle spalle.
Il problema non è, se vogliamo, Marino ma la decadenza della politica, il venir meno del senso civico e del bene pubblico. Ormai non si fa politica per vocazione ma solo per tornaconto. E non mi venite a parlare dei giovinotti puri ed immacolati che festeggiano su piazza del Campidoglio con fascisti più o meno legalizzati, forzaitalioti e altro ancora. La demagogia allo stato puro e per cui non vale la pena spendere altre parole.
Marino non sarebbe stato il mio sindaco se avessi abitato a Roma, l’ho detto tante volte e lo ripeto, al massimo avrebbe preso il mio voto al ballottaggio. Lo avrei criticato aspramente per tante cose ma non per delle “stronzate” (che comunque stronzate non sono). Non sarei partito con la pedonalizzazione dei Fori Romani, questo è certo, ma con qualcosa di diverso. Ma fare il sindaco stando comodamente seduto dietro una tastiera e davanti uno schermo di pc è facile tanto quanto fare il commissario tecnico della nazionale.
In questa convulsa giornata politica romana sono riecheggiati nomi tipo Alemanno, Buzzi, Carminati, situazioni come gli assunti all’Ama e all’Atac dall’ex sindaco, Malagrotta e altro ancora su cui indaga la magistratura. Ecco, Marino non si dimette perché aveva le mani in pasta con queste situazioni e persone e personaggi, si dimette per averli smascherati, o per averci provato. Qualcuno si dovrebbe chiedere perché si è realizzata questa unione trasversale politico-giornalistica contro Ignazio Marino.