Tanto arancione a Teatro Quirino (in centro a Roma), strapieno per la presentazione dei gruppi parlamentari della “Sinistra italiana”. Un segno di cambiamento e di distacco dal passato della sinistra, dal Pd di Renzi, quello che Stefano Fassina ha definito “il liberismo da ‘Happy days’ del segretario del Pd”.
Bandiere e simboli rigorosamente in arancione sembra siano il frutto di un patto di ‘mutuo riconoscimento’ tra le forze politiche aderenti, visto che del gruppo fanno parte Sel, ex Pd ma anche ex M5s. Un soggetto che oggi può contare su 31 deputati a Montecitorio e una decina di senatori. Anche la scritta sul palco “Sinistra italiana” è in arancione.
Come detto, platea e palchi sono stracolmi di militanti, ma in tanti sono rimasti fuori e non potranno entrare per motivi di sicurezza: circa 500 persone, secondo gli organizzatori. Perciò Fassina, Alfredo D’Attorre, Nicola Fratoianni e Arturo Scotto hanno deciso di uscire dal teatro, tra un intervento e l’altro, e “riprodurre” l’assemblea anche all’esterno, con un “bis” improvvisato in strada.
I 31 di Sinistra Italiana. Tra le fila del nuovo movimento 31 deputati, di cui 25 vengono dal gruppo di Sel. I componenti del gruppo Si sono: Fratoianni, Fassina, Gregori, Galli, D’Attorre, Folino, Fava, Scotto, Boldrini, Pannarale, Costantino, Duranti, Zaratti, Paglia, Marcon, Giordano, Piras, Sannicandro, Zaccagnini, Pellegrino, Quaranta, Kronbichler, Ferrara, Ricciatti, Palazzotto, Airaudo, Bordo, Farina, Melilla, Nicchi, Placido.
Al Senato, invece, il gruppo nascerà nelle prossime settimane con l’apporto di ex Sel, ex Pd, ex M5s: De Petris, Cervellini, Uras, Petraglia, Stefano, De Cristoforo, Barozzino, Mineo, Campanella e Bocchino i nomi.
Assente da questa lista, come potete notare, Pippo Civati (legato alla sua associazione “Possiamo”). Francesco Campanella, ex M5s, aderisce alla Sinistra italiana e dal palco del teatro Quirino fa un appello all’unità. A cominciare – appunto – dal “compagno Pippo Civati”. Dalla folta platea una sola persona ha applaudito.
Fassina: siamo l’alternativa. Fassina ha detto che dai gruppi di “Sinistra italiana nascerà un partito coinvolgente, largo, plurale, popolare che rimette al centro il lavoro, la scuola pubblica e la ricostruzione morale della politica”, spiegando che “quella di oggi è una tappa decisiva. Il nostro è un cammino impervio, controcorrente ma è necessario per fare una Italia più giusta”, ha aggiunto che a Roma “l’esperienza di Marino è finita”.
E ancora: “Abbiamo scelto di avviare i gruppi parlamentari intorno alla legge di stabilità perché la credibilità non si conquista con l’autocertificazione, tanti si dicono di sinistra, ma sui contenuti. Questa manovra iniqua è sinergica al partito della nazione, Renzi ha detto che attua il programma che Berlusconi non è riuscito ad attuare”. “Ci hanno accusato di fare il gioco della destra”, ha continuato ancora Fassina respingendo le critiche della maggioranza e della minoranza Pd. “Dispiace per le parole di Bersani ma non è così: il gioco della destra lo fa chi fa la destra con il jobs act, con l’intervento sulla scuola, con l’Italicum, con la riforma del Senato e della Rai. Noi siamo Sinistra italiana e abbiamo scelto un nome che rivendica una scelta di campo precisa”.
Cofferati: la sinistra è ancora fondamentale. “Quella odierna è una giornata significativa perché può dare inizio ad un percorso importante per la sinistra italiana” e perché “la sinistra è ancora oggi uno spazio politico fondamentale”. Lo ha scritto Sergio Cofferati nel suo messaggio all’assemblea di Sinistra Italiana. “Quello che facciamo oggi è un primo passo che mira alla costruzione di una sinistra, che faccia tesoro del suo patrimonio storico, ma con il coraggio e la volontà di rinnovarlo”, dice tra l’altro Cofferati spiegando che “non si deve puntare solo a riunificare ciò che già esiste alla sinistra del Pd, ma è invece necessario costruire con generosità e pazienza un progetto nel quale le politiche siano coerenti con i valori ai quali faremo riferimento”.
Vendola, per Renzi aiutamo la destra? Ci pensa già lui. “Dice Renzi che la Sinistra Italiana aiuta la destra. Impossibile. Ci pensa gia’ lui…” Lo ha scritto su twitter Nichi Vendola, replicando alle parole del Presidente del Consiglio e segretario del Pd.
D’Attorre vuole Bersani. “L’Italia non può essere il solo Paese europeo in cui la sinistra scompare. Costruiremo un partito, una forza politica vera”. Così Alfredo D’Attorre, prendendo la parola all’assemblea del Teatro Quirino. Ha ricordato i tanti che attendono fuori dal Teatro, protagonisti di una doppia assemblea estemporanea. “Noi abbiamo avuto fiducia, ma voi evidentemente ne avete di più”, ha detto l’ex deputato del Pd. “In questa sala ci sono tantissimi iscritti del Pd, ne ho avuto conferma arrivando in questa sala. E sarà sempre di più così nelle prossime settimane. È così perché stiamo prendendo atto che quella battaglia che avevamo iniziato nel Pd non è più possibile per la radicalità della deriva renziana”. D’Attorre ha aggiunto: “Ho affetto e stima sinceri per Bersani. Comprendo il suo dolore e la sua sofferenza. Ma quelle cose giuste che lui dice, come un’Italia più equa, quelle cose nel Pd, oggi, sono impossibili”.
Gregori: tradito il programma ‘Italia, bene comune’. “Grazie per aver deciso di condividere con noi un passaggio fondamentale del percorso politico di sinistra, un percorso che abbiamo intrapreso già da qualche mese. Un percorso partecipato e promosso volutamente dai territori per dare voce e rappresentanza a pensionati, esodati, partite iva, disoccupati, inoccupati. Ma anche ai troppo giovani per la pensione ma troppo vecchi per un lavoro. Al mondo della scuola, dei professionisti, degli artigiani e delle imprese, che chiede un cambio di passo ed una svolta alle politiche neoliberiste del Governo”. Lo ha detto Monica Gregori, deputato di Sinistra Italiana, aprendo i lavori dell’Assemblea che, al Teatro Quirino di Roma, ha annunciato la nascita dei nuovi gruppi parlamentari. “Rappresentiamo un mondo che un anno e mezzo fa era pieno di fiducia e speranza verso un Governo di centro sinistra che attuasse il programma ‘Italia, bene comune’, purtroppo non è andata così. La mutazione genetica, il trasformismo che ha visto un riposizionamento verso politiche di destra voluto dal Pd, ha determinato – ha proseguito – una scissione silenziosa dei nostri militanti, che spesso hanno scelto l’astensione o la scorciatoia di soluzioni populiste”.
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