Romano Prodi è tornato a parlare dello scenario internazionale: “Da un anno sostengo che senza un grande accordo tra Russia e Stati Uniti, non si può uscire dal buco, sia dal buco siriano, sia da quello libico”. Così in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha spiegato: “Dobbiamo essere vicini alla Francia, ma lasciando alla Francia il compito principale che si é assunta”, quello dei raid in Siria. Mentre l’Italia deve “tenere massima attenzione verso il fronte più vicino a noi”, la Libia, e “favorire un accordo tra tutte le fazioni. Conosciamo quel Paese e la sua complessità meglio di altri”.
Francia-Russia. E sull’incontro tra Hollande e Putin, Prodi ha voluto sottolineare che “la solidarietà alla Francia per le stragi subite va data, pero’ non possiamo negare che c’è stato un suo cambiamento di fronte immediato: Assad, da nemico assoluto, è diventato alleato. Il nostro nemico, l’Isis o Daesh, è comune. Tuttavia su un’entrata in guerra non e’ che si possa aderire a cambiamenti neppure comunicati prima che avvengano con fatti compiuti”.
Turchia. Quanto alle relazioni con Ankara, secondo l’ex premier Prodi “il negoziato con la Turchia e’ destinato a durare a lungo. Va tenuto aperto. Ma da presidente della Commissione favorevole ad aprirlo dissi ai turchi: ‘Ci vorranno 30 anni’. Mi chiesero: perche’? Io: ‘Perche’ quando c’era qualcosa di spaventoso mia nonna diceva: ‘Mamma li turchi’. Sentimenti cancellabili con la fiducia dovuta solo a lunga vicinanza”.