“E’ urgente un accordo sulla Turchia”, ha detto la Cancelliera. Sull’immigrazione, ha detto Renzi, “siamo pronti a fare ogni tipo sforzo in questa direzione e pronti a superare le incomprensioni che pure ci sono state”. “Siamo volenterosi – ha evidenziato il premier italiano – di fare la nostra parte. Non abbiamo nessuno problema né con la Turchia né con la Germania. Sul finanziamento dell’Italia da sempre siamo disponibili. Stiamo aspettando che le istituzioni Ue ci diano alcune risposte su alcuni quesiti formulati per le vie brevi sul modo di intendere e concepire questo contributo”.
Italia e Germania unite per una Europa più forte “Siamo in un momento delicato della storia dell’Europa – ha detto Renzi – ne avverto tutta la responsabilità. L’Italia è unita alla Germania nel dire che vogliamo più Europa, un’Europa più forte, capace di dare le risposte a tutti i problemi dall’immigrazione all’economia”. Con la Germania “non siamo d’accordo su tutto, anche perché veniamo da diverse famiglie politiche. ma crediamo insieme che combattere la disoccupazione è combattere il populismo. Il nostro avversario è lo stesso”. “Grazie agli sforzi del governo italiano, alla collaborazione europea e agli amici tedeschi sono qui con un elenco di riforme e risultati e non di promesse. L’Italia non è più il problema dell’Europa e ha voglia di fare la propria parte, come doveroso e come la storia del nostro Paese ci impone”. “Noi siamo i primi a dire che dobbiamo far scendere il debito: non lo dico per fare un piacere ad Angela, ma per fare un piacere ai miei figli”.
La Merkel ha plaudito allo sforzo italiano sulle riforme e al jobs act. “Per la prima volta siamo qui con risultati e non promesse”, ha detto il premier. Ma c’è stato uno scambio anche sulla questione della flessibilità.
“Sulla flessibilità – ha detto Renzi – chiediamo che le regole Ue che esistono siano applicate, non chiediamo nuove regole”. “La cosa bella – ha detto la Merkel – è questa. Che anche quando si tratta della comunicazione della flessibilità, entrambi accettiamo che ci siano interpretazioni della Commissione divergenti”. “Non mi immischio in queste cose – ha aggiunto -. È compito della Commissione decidere l’interpretazione”.
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