Il premier Matteo Renzi fa il punto del suo mandato sulla enews degli iscritto del Pd: “Le cose sono cambiate. Le riforme sono leggi e dopo tre anni di recessione è tornato il segno più nei fondamentali economici. Possiamo tornare a fare il nostro mestiere, dunque. E il nostro mestiere è guidare l’Europa, non andare in qualche palazzo di Bruxelles a prendere ordini”. “L’Italia per anni aveva un debito morale con le istituzioni europee, e io dico soprattutto con i propri concittadini, perché parlava di riforme che non riusciva a realizzare”.
“Siamo ancora qui”, le “sfiducie non sono passate” e “in Senato ho dovuto contenermi, mantenendo un certo ruolo istituzionale e non potendo dire tutto quello che avrei voluto dire”: si è chiuso con questo “pensierino della sera” l’eNews di Matteo Renzi, sottolineando che le “opposizioni perdono pezzi” da sole quando attaccano “a testa bassa” ignorando la realtà: “Il disfattismo non paga”.
“Siamo ancora qui. Nel senso che la mozione di sfiducia – anzi, le mozioni di sfiducia, perché ne hanno fatte due, non badano a spese quelli dell’opposizione – non è passata. Non sono passate. In Senato ho dovuto contenermi, mantenendo un certo ruolo istituzionale e non potendo dire tutto quello che avrei voluto dire: ma per chi ha un quarto d’ora di tempo da perdere, qui – scrive Renzi inserendo il link del suo intervento – c’è il video. Con le risposte alla tante polemiche strumentali e sterili di queste settimane sulle banche e sul Governo”. “Nel frattempo, a ogni voto in Senato, i numeri delle opposizioni diminuiscono. Credo sia il segno più evidente del fatto che la tecnica di spararla grossa, di fare polemica per il gusto della polemica, di attaccare a testa bassa a livello personale ignorando la realtà non soltanto non funziona. Ma è controproducente. Ogni volta che si vota in Parlamento, le opposizioni perdono pezzi, senza che noi facciamo niente. Fanno tutto da soli, è incredibile. Il disfattismo non paga, prima o poi se ne accorgeranno anche loro. Ma non c’è fretta: loro pensino pure alle varie macchine del fango, noi pensiamo all’Italia”, conclude Renzi.
Poi ancora sul viaggio in Africa: “Noi investiamo sull’Africa perché pensiamo che sia doveroso per il nostro posizionamento geografico e geopolitico. Se vogliamo combattere la povertà, sradicare il terrorismo, affermare valori condivisi l’Africa oggi è la priorità. E dopo anni di assenza, l’Italia ci deve essere”.
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