A marzià, facce ride...
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A marzià, facce ride...

Una delle opere più famose di Ennio Flaiano è 'Un marziano a Roma'. Proprio come l'ex sindaco della Capitale, che critica tutti, tranne che se stesso [Giancarlo Governi]

A marzià, facce ride...
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31 Marzo 2016 - 09.45


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di Giancarlo Governi

È ritornato Marino “più bello e più superbo che pria” direbbe Petrolini. E, “pronto alla pugna”, ha scritto un libro dove ce ne ha una per tutti. Per tutti, tranne che per se stesso che pensa di essere passato immacolato nei due anni di Campidoglio. Del resto lui è un marziano che vagava sullo spazio quando ha pensato di atterrare a Roma a Villa Borghese con la sua astronave… Questa storia l’ho già sentita. L’ha scritta Ennio Flaiano si intitola appunto “Un marziano a Roma”.

Prima era un racconto poi diventò una commedia, interpretata da Vittorio Gassman, che faceva il marziano, con una tuta argentata e i capelli platinati. Il suo arrivo nella Città Eterna getta lo scompiglio, e sta al centro dell’attenzione di tutti. Gli intellettuali, i filosofi si interrogano sui confini dell’umanità.

I religiosi discutono sulla grandezza di Dio che ha arricchito altri mondi della sua creazione. I salotti mondani fanno a gara ad ospitare il marziano, i paparazzi sono scatenati e scattano chilometri e chilometri di pellicola. I giornali sono occupati da inchieste e articoli scritti dalle firme più prestigiose che si interrogano e fanno congetture sulla vita fuori della Terra.

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Ma si sa com’è Roma e come sono i romani. Hanno visto di tutto e si stancano di tutto. Tutto a Roma si banalizza e presto viene a noia e dopo una quindicina di giorni l’interesse per il marziano va scemando fino a spengersi del tutto, tanto che il povero marziano vaga per Roma ignorato da tutti. Non se lo fila più nessuno e medita di riprendere la sua astronave che è rimasta parcheggiata a Villa Borghese, e che è diventato un parco giochi dei ragazzini romani.

Nell’ultima scena della commedia il marziano entra in un bar e ordina un cappuccino. Accanto a lui ci sono altri avventori intenti a consumare caffè, cappuccini e cornetti. Qualcuno paga e se ne va senza degnare il marziano neppure di un sguardo.
Finalmente un avventore, mentre sta girano lo zucchero nel suo caffè, si accorge della presenza del marziano, lo guarda distrattamente, il marziano ricambia lo sguardo speranzoso perché pensa di aver riacceso l’interesse per la sua persona. L’avventore finalmente si rivolge al marziano: “ A marzià, facce ride…”.

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Il racconto di Flaiano racchiude un avvertimento per Marino che conosce Roma come io conosco Timbuctù: ai romani dopo un po’ i marziani fanno ridere…

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