Referendum: no all'astensione, la sinistra voterà sì
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Referendum: no all'astensione, la sinistra voterà sì

I politici italiani di sinistra andranno a votare e lo faranno segnando la casella con il Sì, anche contro le parole del premier Renzi che ha invitato a non votare

Referendum: no all'astensione, la sinistra voterà sì
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16 Aprile 2016 - 18.28


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Giorgio Napolitano invita i cittadini a non vergognarsi se decidono di astenersi dal voto. Matteo Renzi da giorni preme per l’astensionismo. Insomma, è davvero questo il risultato che vogliamo? Per il premier si tratta di una “situazione assurda, non è un referendum politico, non si vota sul governo. Si vota sul futuro energetico del Paese e sul destino di 11mila lavoratori”, e “poiche’ il riscaldamento di inverno ci serve e non andiamo a lavorare in monopattino, sara’ bene che l’Italia sfrutti tutte le risorse di cui dispone. Le alternative sarebbero le petroliere russe e arabe, che inquinerebbero anche di più i nostri mari”. Intanto molti del suo partito vanno contro le sue parole e domani voteranno sì, come tanti altri esponenti politici di partiti di opposizione.

Cuperlo, meglio non fare appelli per l’astensione. Del referendum sulle trivelle “si può essere a favore o contrari ma da questo punto di vista sarebbe stato più saggio se il principale partito del Paese, nonche’ oggi il principale partito della maggioranza di governo, non avesse espresso un appello all’astensione”. Lo ha spiegato il leader di Sinistra Dem e deputato del Pd, Gianni Cuperlo, parlando del referendum sulle trivelle che si terrà domani e dell’invito espresso anche dal segretario del Pd e premier, Matteo Renzi, a non andare a votare.

“Ho grande rispetto per il segretario del Pd e presidente del Consiglio e avevo sottolineato la richiesta ad essere un leader a tutti gli effetti – ha aggiunto – che significa lavorare per unire, prima di tutto il tuo Paese, il tuo campo e il tuo partito, ma su questo sono fiducioso”. Cuperlo ha spiegato che domani andrà a votare “e voterò si, anche se ho rispetto per i cittadini che sceglieranno di rimanere a casa – ha concluso -. Io ritengo che quella di domani possa essere una giornata di partecipazione e arricchimento della qualita’ della nostra democrazia”.

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Pittella: io vado a votare. “Io domani andrò a votare ma credo si tratti di un referendum svuotato dalle decisioni assunte dal Governo”. A dirlo è stato Gianni Pittella, presidente del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo. Questo referendum spiega l’eurodeputato “è stato pensato molti mesi fa quando c’erano preoccupazioni da parte delle regioni, che sono poi state fugate e superate da misure efficaci del governo quindi- osserva- ora rimane un referendum più o meno vuoto”. Il presidente del gruppo europeo S&D ha ricordato che in passato non ha mai disertato l’urna, “ma non ho indicazioni di voto, la mia posizione sulla materia comunque è chiara”.

Marino, Renzi invita a non votare? Segno debolezza. “Chi invita ad allontanarsi da una competizione manifesta segnali di debolezza. Ed e’ evidente che il governo Renzi, soprattutto su un tema come quello del petrolio, è in una fase di straordinaria debolezza”. Lo ha detto Ignazio Marino oggi a Torino per presentare il libro ‘Un marziano a Roma’. “Per un segretario di un partito che è anche il capo di un governo – ha aggiunto – è irresponsabile invitare le persone a non votare. Anche perché si tratta di un referendum, uno dei momenti piu’ importanti per una democrazia. Io, che non mi sono mai astenuto dal dire come la penso, non solo andrò a votare, ma voterò sì. E accompagnero’ mia madre, che è molto convinta e ha 94 anni”.

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Emiliano, l’appello a disertare voto è un boomerang. “L’invito a non votare viola la Costituzione” e “se voteranno in 10 milioni (cioè quasi uno su 5), credo sarà stato un successo”. Così il presidente della Puglia, Michele Emiliano, tra i più attivi contro le trivelle, in un’intervista a Repubblica. L’inchiesta di Potenza ha aiutato? “Difficile comprendere il ruolo della provvidenza”, scherza, ma “ciò che più ha aiutato la campagna No Triv è stato l’invito all’astensione. Se agli italiani dici quello che non devono fare impazziscono e allora si informano”. Perché allora Renzi ha scelto questa linea? “È stato un atto inconsulto – ha risposto Emiliano – tutto nato e cresciuto dentro al ministero dello Sviluppo economico”. Quindi aggiunge: “O Renzi ha voluto così umiliare il movimento No Triv e anche Emiliano, oppure si è reso conto che il quesito era talmente dannoso per i petrolieri da dover essere mantenuto. Credo che sia stato un po’ per entrambe le ragioni”.

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De Petris, possibile raggiungere quorum. “Pur di far fallire il referendum il governo ha fatto ricorso a ogni scorrettezza, incluso lo spreco di 300 milioni di euro. Nonostante tutte le sue scorrettezze, Renzi non è riuscito a oscurare il referendum come sperava. C’è la possibilità concreta di raggiungere il quorum e abrogare una legge che va a solo vantaggio della lobby dei petrolieri”. Lo ha affermato la presidente del Gruppo Misto al Senato e capogruppo di Sinistra italiana Loredana De Petris. “È importante e positivo – prosegue la presidente De Petris – che tutti i vertici delle istituzioni tranne il Presidente del consiglio abbiano deciso di recarsi alle urne, dimostrando così con i fatti che votare domani è quanto la logica democratica dovrebbe imporre a chiunque rivesta incarichi istituzionali. Mi auguro che domani siano i cittadini italiani a rispondere al tentativo del governo di sottrargli il potere decisionale assegnatogli dalla Costituzione proprio con l’istituto del referendum”.

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