Notte di festa popolare a Milano, aspettando il 25 aprile. Canti e balli per la Liberazione organizzato da Anpi Almo Colombo Isola, Arci Metissage, Isola Pepe Verde. L’appuntamento è nel Giardino condiviso Isola Pepe Verde: cena popolare (pasta e ceci, frittelle di cavolfiore, crocchette di papate con cuore di zola, coppa naturale, spiedini tricolore e tanto altro) balli, canti, vino, gazzosa e spuma. C’è scritto nel comunicato: “Poi, a mezzanotte, tutti quanti canteremo Bella ciao, con lo sguardo verso quelle montagne da cui scesero le Brigate partigiane che, per prime, entrarono nella Milano liberata.
Milano, sabato 28 aprile 1945: nel cortile di una casa un’orchestrina sta suonando.
Li, prima, c’era una balera ma è chiusa da tempo perché era vietato ballare per rispetto dei soldati al fronte.
Ma oggi, in meno di un’ora, gli inquilini della grande casa di ringhiera hanno ripulito lo spiazzo, ed ora su una tribunetta improvvisata l’orchestrina suona mazurche e valzer: musica allegra, la gente vuole divertirsi.
Ovunque si balla, per le strade, nei cortili, sui marciapiedi con il desiderio di tornare alla pienezza della vita dopo anni di dittatura e di guerra.
Anche noi, 71 anni dopo, vogliamo aspettare con gioia questo 25 aprile, ballando e cantando. Ci sembra un bel modo per rendere omaggio a tutte quelle donne ed a tutti quegli uomini che hanno rischiato e perso la propria vita per riportarci la democrazia e la libertà. E anche per ricordare tutte quelle persone che allora vissero anni di paura, di fame, di guerra.
Il testo di Bella Ciao.
Alla mattina appena alzata
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
alla mattina appena alzata
in risaia mi tocca andar.
E fra gli insetti e le zanzare
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
e fra gli insetti e le zanzare
un dur lavor mi tocca far.
Il capo in piedi col suo bastone
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
il capo in piedi col suo bastone
e noi curve a lavorar.
O mamma mia, o che tormento!
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
o mamma mia o che tormento
io t’invoco ogni doman.
Ma verrà un giorno che tutte quante
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
ma verrà un giorno che tutte quante
lavoreremo in libertà.
Una mattina mi son svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.
O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.
Mi seppellirai [Mi porterai / E seppellire] lassù in [sulla] montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire [Mi seppellirai / Mi porterai] lassù in [sulla] montagna
[sotto l’ombra] all’ombra di un bel fior.
E [Tutte] le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E [Tutte] le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»
«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!
Il testo dei Ribelli della montagna.
Dalle belle città date al nemico
fuggimmo un dì su per l’aride montagne,
cercando libertà tra rupe e rupe,
contro la schiavitù del suol tradito.
Lasciammo case, scuole ed officine,
mutammo in caserme le vecchie cascine,
armammo le mani di bombe e mitraglia,
temprammo i muscoli ed i cuori in battaglia.
Siamo i ribelli della montagna,
viviam di stenti e di patimenti,
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell’avvenir.
Ma quella legge che ci accompagna
sarà la fede dell’avvenir.
Di giustizia è la nostra disciplina,
libertà è l’idea che ci avvicina,
rosso sangue è il color della bandiera,
partigian della folta e ardente schiera. *
Sulle strade dal nemico assediate
lasciammo talvolta le carni straziate.
sentimmo l’ardor per la grande riscossa,
sentimmo l’amor per la patria nostra.
Siamo i ribelli della montagna,
viviam di stenti e di patimenti,
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell’avvenir.
Ma quella legge che ci accompagna
sarà la fede dell’avvenir.