Legalizzare le droghe leggere sì, ma con intelligenza. Questo il messaggio trapelato dall’intervento di Antonio Cantone a Radio Radicale sul disegno di legge di Della Vedova in discussione alla Camera.
Prima non ero d’accordo, ecco perchè ho cambiato idea. “Fino a poco tempo fa ero assolutamente contrario all’idea della legalizzazione perché non mi convincevano gran parte degli argomenti, che servisse cioè per sconfiggere la criminalità organizzata, perché le droghe leggere sono una parte insignificante degli utili della criminalità organizzata, o che servisse per evitare una serie di problemi di salute dei ragazzi. Adesso ho un po’ cambiato posizione. Credo soprattutto che una legalizzazione intelligente possa evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioè entrare in contatto con ambienti della criminalità. Questo mi porta ad essere molto più laico”. Lo ha detto a Radio Radicale il presidente dell’Autorita’ nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, interpellato sulla proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis all’esame della Camera dei deputati per iniziativa dell’intergruppo parlamentare promosso dal sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova.
“Sarei contrario ad una legalizzazione totale. Le droghe leggere rappresentano introiti insignificanti per la mafia, e credo che le droghe pesanti che rendono soldi non si potranno mai legalizzare – ha aggiunto -. Ma c’è questo argomento, evitare contatti di giovani con ambienti della criminalità organizzata e l’altro aspetto è che droghe leggere controllate probabilmente evitano interventi chimici che stanno portando anche alla tendenza all’assuefazione o al vizio. Questi due argomenti oggi mi fanno essere su questa proposta di legge molto più laico e per molti aspetti favorevole”.
“Io credo che ci siamo cose su cui la proibizione resta indispensabile – ha chiarito Cantone – il proibizionismo sulle droghe pesanti e’ giusto,mentre sulle droghe leggere ci sono questi due argomenti, cioè evitare i contatti con la criminalità organizzata e consentire l’uso di droghe leggere controllate che siano il meno possibile trattate chimicamente e che quindi facciano meno male possibile. Questi possono essere argomenti che con una vendita controllata e quindi in qualche modo limitata potrebbero dare un senso” alla proposta.
Il Pd. Walter Verini, capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, apprezza le parole del magistrato: “Dopo la pausa estiva la discussione deve riprendere senza furori ideologici, senza sacri e profani furori o fughe in avanti. Si parta dalla parte relativa all’uso della cannabis per fini terapeutici che è importantissima e sulla quale le barriere dovrebbero abbattersi per poter camminare velocemente”. “Il tema posto da Cantone – spiega Verini – sta alla base dei propositi di chi ha proposto la legge, ovvero la lotta alla criminalità e alla illegalità che si annidano” dietro la diffusione della cannabis, e per questo “l’idea della legalizzazione è certamente un contributo alla lotta alla criminalità. Nella proposta di legge forse manca una parte relativa alla necessità di combattere la ‘cultura dello sballo”. Ancora più netta l’apertura dell’europarlamentare dem Pina Picierno: “Bene Cantone sulla legalizzazione della cannabis”.
Gelo da Ncd. “I magistrati, dall’alto della loro esperienza e della loro conoscenza delle dinamiche legate allo spaccio della droga, non alzino bandiera bianca, ma contribuiscano a individuare innovative ed efficaci tecniche di contrasto alla criminalità organizzata”, dice il ministro degli Affari regionali e della Famiglia Enrico Costa: “La statalizzazione dello spaccio rappresenterebbe un messaggio di debolezza nei confronti della criminalità (non siamo riusciti nel contrasto, ci arrendiamo) e delle famiglie che oggi vivono un’ansia che non è solo economica, ma anche educativa. Si lavori senza indugio, piuttosto, a migliorare la lotta allo spaccio”.
Contro la legalizzazione torna a esprimersi con nettezza Nicola Gratteri. Il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro ripete: “Uno Stato democratico non puo’ permettersi il lusso di legalizzare cio’ che provoca danni alla salute dei cittadini”. Un convinto no espresso piu’ volte dal magistrato in prima linea contro il narcotraffico. “Il guadagno che si sottrarrebbe alle mafie – sostiene – è quasi ridicolo rispetto a quanto la criminalita’ trae dal traffico di cocaina e eroina, in compenso spesso la marijuana e’ il primo passaggio per arrivare poi all’assunzione di droghe pesanti”.
Sinistra italiana. “Condivisibili, è un formidabile strumento antimafia. Ne prenda atto chi la blocca da mesi”, twitta il capogruppo alla Camera di Sinistra italiana Arturo Scotto. A favore anche Pippo Civati.
Insorge Carlo Giovanardi, senatore ex Ncd e ora in Gal: “Cantone sostiene una cosa assolutamente non condivisibile, assurda. Legalizzare le droghe leggere significa fare un grande favore alla criminalità organizzata”. “Non è che un magistrato arriva e dice la sua, forse Cantone non ha letto gli ultimi dati, incontrovertibili, che arrivano dagli Stati Uniti e che parlano tra l’altro di un boom di morti da overdose”. “La legalizzazione -attacca- incrementa la criminalità organizzata; diffonde l’uso delle droghe e poi fa esplodere la spesa sociale sanitaria”.