Italicum, il bluff della mozione: oggi il voto, c'è il testo comune
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Italicum, il bluff della mozione: oggi il voto, c'è il testo comune

Il testo di maggioranza molto prudente, quasi annacquato. Si attendono le proposte degli altri partiti. Minoranza Pd attacca.

Matteo Renzi
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21 Settembre 2016 - 10.59


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La mozione della maggioranza sull’Italicum, che verrà votata oggi pomeriggio, è più prudente del previsto. Un testo che, per come presentato, pieno di “eventuali”, “possibili”, “ipoetsi”, “valutare”, sembra fortemente annacquato. La traduzione sembra essere: il governo si impegna a sondare le proposte delle varie anime del parlamento sulla legge elettorale. Nulla di più. Nessuna indicazione su dove e come si possa correggere la legge. Ma soprattutto non c’è nessuna indicazione sui tempi. Nodo rilevante alla luce del Referendum Costituzionale. Prima o dopo?
L’apertura c’è, Renzi la ha confermata da New York,  ma è tutta da verificare con le altre forze politiche. Si attendono le loro proposte e intanto oggi il Pd vuole capire quanto fanno sul serio con un testo che impegna la Camera e che “tutti dovrebbero votare se hanno davvero la volontà di fare qualcosa”, dice il capogruppo del Pd a Montecitorio Ettore Rosato. Il presidente del gruppo Misto invita a vedere i passi avanti, seppure piccoli: “Il dibattito dai gioernali si trasferisce finalmente in Parlamento. E una legge votata dalla maggioranza con la fiducia adesso si apre al contributo delle opposizioni”. 
Il testo.
La Camera premesso che,
l’11 luglio 2016 è entrata in vigore la legge 6 maggio 2015, n. 52, comunemente conosciuta come Italicum, in materia di elezione della Camera dei Deputati;
è attualmente in corso un ampio dibattito politico su possibili e articolate ipotesi di riforma della citata legge;
Si impegna
ad avviare, nelle sedi

 

competenti, una discussione sulla legge 6 maggio 2015, n. 52, al fine di consentire ai diversi gruppi parlamentari di esplicitare le proprie eventuali proposte di modifica della legge elettorale attualmente vigente e valutare la possibile convergenza sulle suddette proposte.

Alfaniani e bersaniani. Davanti all’intenzione del partito di Angelino Alfano di presentare una mozione che introduce le preferenze ed il premio alla coalizione, con una serie di riunioni, il Pd ha accolto la proposta di una mozione comune di maggioranza, che però non avrà indicazioni nel merito. I bersaniani, invece, si sfilano da qualsiasi tentativo di intesa sulle mozioni e depositerà a breve al Senato la sua proposta del Mattarellum 2.0. La minoranza dem, a quanto si apprende, non voterà oggi alcuna mozione nè quella di Si nè quella di maggioranza, convinta che si tratti solo di intenzioni generiche.
L’altro bluff: quello del M5s. Il Movimento 5 stelle ha presentato un contro Italicum. Una proposta che sa un pò di provocazione e che sembra ulrare: non votatemi. Il M5S boccia l’Italicum e chiede un sistema proporzionale con le preferenze. Una mossa fatta alla vigilia del voto, oggi a Montecitorio, delle mozioni sulla legge elettorale.
“Non so se le sindache grilline sono d’accordo con l’abolizione del ballottaggio ma noi siamo disponibili a cambiare, ora aspettiamo Berlusconi e Salvini”, tende la mano da Ny Matteo Renzi che lascia comunque la palla al Parlamento, convinto che niente si muoverà prima del referendum. Chiedendo l’abrogazione per profili di incostituzionalità dell’Italicum, Sinistra Italia ha gettato il sasso nello stagno di una riforma dell’Italicum che in tanti ora vorrebbero. Ma la quadra pare lontana. E il governo sempbra bluffare sulla reale intenzione di cambiamento in tempi brevi. Per ora il governo sta alla finestra, aspettando l’iniziativa parlamentare. “La discussione viene gestita dal Parlamento, il governo ha dato disponibilità a intervenire nei modi e nei tempi che il Parlamento deciderà”, taglia corto a chi gli chiede se la legge elettorale cambierà prima del referendum. Di mezzo c’è il anche la legge di stabilità, e il braccio di ferro con l’Ue.
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