La mozione della maggioranza sull’Italicum, che verrà votata oggi pomeriggio, è più prudente del previsto. Un testo che, per come presentato, pieno di “eventuali”, “possibili”, “ipoetsi”, “valutare”, sembra fortemente annacquato. La traduzione sembra essere: il governo si impegna a sondare le proposte delle varie anime del parlamento sulla legge elettorale. Nulla di più. Nessuna indicazione su dove e come si possa correggere la legge. Ma soprattutto non c’è nessuna indicazione sui tempi. Nodo rilevante alla luce del Referendum Costituzionale. Prima o dopo?
L’apertura c’è, Renzi la ha confermata da New York, ma è tutta da verificare con le altre forze politiche. Si attendono le loro proposte e intanto oggi il Pd vuole capire quanto fanno sul serio con un testo che impegna la Camera e che “tutti dovrebbero votare se hanno davvero la volontà di fare qualcosa”, dice il capogruppo del Pd a Montecitorio Ettore Rosato. Il presidente del gruppo Misto invita a vedere i passi avanti, seppure piccoli: “Il dibattito dai gioernali si trasferisce finalmente in Parlamento. E una legge votata dalla maggioranza con la fiducia adesso si apre al contributo delle opposizioni”.
Il testo.
La Camera premesso che,
l’11 luglio 2016 è entrata in vigore la legge 6 maggio 2015, n. 52, comunemente conosciuta come Italicum, in materia di elezione della Camera dei Deputati;
è attualmente in corso un ampio dibattito politico su possibili e articolate ipotesi di riforma della citata legge;
Si impegna
ad avviare, nelle sedi
competenti, una discussione sulla legge 6 maggio 2015, n. 52, al fine di consentire ai diversi gruppi parlamentari di esplicitare le proprie eventuali proposte di modifica della legge elettorale attualmente vigente e valutare la possibile convergenza sulle suddette proposte.