Cuperlo: elezioni subito dopo la riforma elettorale
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Cuperlo: elezioni subito dopo la riforma elettorale

L'esponente della minoranza dem si schiera a favore del voto: inimmaginabile arrivare al 2018. Ricostruire un centrosinistra di governo.

Gianni Cuperlo
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8 Dicembre 2016 - 12.25


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Gianni Cuperlo, esponente della minoranza dem, si schiera a favore di “elezioni appena il Parlamento avrà licenziato le nuove leggi elettorali per Camera e Senato”.
“Mettiamo in sicurezza le istituzioni e le regole della rappresentanza ma nessuno – dice Cuperlo in una intervista a la Repubblica- può immaginare di arrivare al 2018”. Una visione se non opposta almeno in controtendenza alla linea di Bersani che all’indomani del Referendum e della vittoria del No parlava di stabilità come priorità e di Congresso nel 2017 e voto nel 2018. L’ex segretario Pd scandiva il suo no alle elezioni anticipate: “Far votare il Paese con due leggi elettorali non coordinate non so come definirlo, specie da chi predica la governabilità. È un’eresia totale”. E fin qui Cuperlo sembra d’accordo. “Bisogna rimettere il Paese su binari normali: le scadenze sono quelle normali: si vota nel 2018, il congresso del Pd si celebra a fine 2017”, ribadiva Bersani in tv. Ed è su questo che si consumano le divisioni dei Dem: fare una legge elettorale dopo la sentenza sdella Consulta sull’Italicum e andare subito al voto? O, come fu per il governo Monti, dare il via ad un governo tecnico o di responsabilità nazionale o istituzionale e tirare dritto fino al 2018?

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Cuperlo: “Sono interessato a ricostruire un centrosinistra di governo che sia unito e competitivo. Penso, come Pisapia, che debba essere un campo largo, civico e alternativo alla destra in tutte le sue espressioni. Per riuscirci non basta solo il Pd ma senza il Pd la sinistra non vince”. Così Gianni Cuperlo sulla proposta avanzata dall’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. “Campo aperto – precisa Cuperlo – vuol dire chiudere la stagione delle maggioranze improprie e prendere di petto sofferenza sociale e bisogni oggi senza voce. Soffro per una sinistra divisa perché so che è anche una sinistra più fragile e lontana dalle persone”. “Renzi – aggiunge – ha avuto meriti ma ah diviso il suo campo. Si vada subito al congresso, serve un’alternativa radicale”.

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