Emiliano si scinde dalla scissione e si candida alla segreteria contro Renzi
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Emiliano si scinde dalla scissione e si candida alla segreteria contro Renzi

Il governatore pugliese in direzione conferma: "Corro perchè questa è casa mia". Renzi va negli Usa.

Michele Emiliano
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21 Febbraio 2017 - 14.11


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Il responso atteso è arrivato. Michele Emiliano resta nel Pd. Non è arrivata, invece, la candidatura del ministro della Giustizia, Andrea Orlando che si era reso disponibile a correre pur di salvare l’unità del partito. Bersaniani fuori. Renzi: “Addolorano addii ma è tempo di rimettersi in cammino“. 

Il governatore della Puglia Michele Emiliano, a lungo indeciso se lasciare il partito come minoranza Pd o presentarsi al Nazareno, scioglie la riserva: resta, va in direzione e si candida nella corsa alla segreteria contro Matteo Renzi. L’ex segretario, invece, non partecipa all’assise. Ma prima di salire sul volo che lo porta negli Usa, attacca nella sua e-news la minoranza e cerca di compattare i suoi sostenitori, ribadendo concetti già espressi in assemblea: “Mentre gli organismi statutari decidono le regole del Congresso – scrive – io sono in partenza per qualche giorno per gli Stati Uniti. Vi racconterò sul blog.matteorenzi.it il mio diario di bordo dalla California dove incontreremo alcune realtà molto interessanti. Priorità: imparare da chi è più bravo come creare occupazione, lavoro, crescita nel mondo che cambia, nel mondo del digitale, nel mondo dell’innovazione”.

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E a metà pomeriggio parla anche l’ex presidente Napolitano: “Il punto fermo da salvaguardare è la continuità e la stabilità del governo” sottolinea “l’instabilità è stata una delle debolezze di fondo dell’Italia in Europa”. Cosa dice delle vicende del Pd? gli chiedono i giornalisti in Senato ma si smarca: “Non entro nel merito della vita interna dei partiti”.

Orfini: “Gli addii non sono inevitabili”  “E’ improprio rivolgersi a Matteo Renzi per risolvere controversie inerenti questo congresso. A occhio e croce Renzi si ricandiderà. Ma adesso non è segretario, inutile rivolgersi a lui”. Il presidente del Pd Matteo Orfini, in qualità di reggente, apre così la direzione del partito. “Quello emerso nella nostra assemblea e nelle ore successive, non rende inevitabili gli addii, ci sono ancora margini per ricostruire le condizioni dell’unità, ho chiesto a Michele Emiliano, Enrico Rossi e Roberto Speranza di partecipare al congresso”. Poi annuncia i 18 nomi di chi farà parte della commissione che definisce le regole congressuali. Scelti, ha sottolineato Orfini, “con criteri di pluralismo e rappresentanza che fotografano lo stato attuale del Partito democratico”: Silvia Fregolent, Martina Nardi, Mauro Del Barba, Ernesto Carbone, Alberto Losacco, Caterina Bini, Tommaso Ginoble, Emilio Di Marzio, Teresa Piccione, Roberto Morassut, Roberto Montanari, Claudio Mancini, Micaela Campana, Michele Bordo, Andrea De Maria, Paolo Acunzo, Antonio Rubino e anche il vicesegretario Lorenzo Guerini. Tutti nomi approvati al termine della direzione, con un solo voto contrario e otto astenuti. Ma la commissione dovrà essere integrata da un rappresentante di Emiliano. 

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Roberto Speranza: “Noi al lavoro per nuovo soggetto centrosinistra” “Dalla direzione Pd non è arrivata nessuna novità,
noi andiamo avanti sulla strada della costruzione di un nuovo soggetto politico del centrosinistra italiano che miri a correggere quelle politiche che hanno allontanato dal nostro campo molti lavoratori, giovani e insegnanti. Occorre iniziare un nuovo cammino”. Così, da buon incassatore, Roberto Speranza, interpellato dall’Ansa dopo la giravolta di Emiliano. “Prendiamo atto della scelta di Michele Emiliano, quella di candidarsi nel PdR”, il Partito di Renzi” aggiunge l’esponente della minoranza Pd che, con Enrico Rossi e Michele Emiliano, aveva animato la kermesse degli scissionisti a Testaccio.

La proposta di Cuperlo: “Primarie a luglio” “Forse siamo già oltre la linea delle decisioni ma chiedo a tutti: si possono alzare le mani e dire che è finita una parte della nostra storia comune?” ha detto il deputato del Partito Democratico, Gianni Cuperlo, tra i primi a intervenire alla direzione nazionale tentando un’ultima mediazione. “Io continuo a ritenere che una frattura è un danno storico – ha aggiunto Cuperlo -. Chiedo di aprire un ultimo spiraglio”. Poi la sua proposta: “Proviamo a stupire noi stessi: avviamo il congresso poi affrontiamo assieme le amministrative e chiudiamo questo percorso con le primarie entro la prima parte del mese di luglio. E luglio non è una violenza sulle regole. Chiedo alla direzione di valutare questa proposta”. Primarie a luglio? Francesco Boccia aderisce: “Mi pare ragionevole”, dice l’esponente del pd vicino a Michele Emiliano.

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