Renzi contro Emiliano: "Non giochi sui vaccini per prendere voti"
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Renzi contro Emiliano: "Non giochi sui vaccini per prendere voti"

A Bersani: "Il partito non è 'C'è posta per te'. La scissione c'è stata per risentimenti personali". Consip: "non c'è alcun legame di sangue che viene prima della legge".

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8 Marzo 2017 - 22.35


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Prime schermaglie verso le primarie Pd. Michele Emiliano non deve “giocare sulla pelle delle persone” assumendo atteggiamenti ambigui sui vaccini per guadagnare voti. Lo ha detto Matteo Renzi durante la registrazione di Porta a porta replicando a un post di Michele Emiliano che nei giorni scorsi scriveva che nel “programma di governo della Regione Puglia non rientra la proposta di vietare l’accesso a scuola dei bambini che hanno scelto di non effettuare vaccinazioni obbligatorie”.
“La cosa dei vaccini un po’ mi ha fatto male – ha aggiunto Renzi – Emiliano sostanzialmente non è stato chiaro come sono stati chiari altri presidenti di Regione, Bonaccini in Emilia Romagna ha fatto un lavoro straordinario”.
“Bisogna avere il coraggio di dire – ha sottolineato l’ex premier – che la vaccinazione non è un favore dell’industria farmaceutica, è un favore alla qualità della vita delle persone. Bebe Vio, una delle donne più straordinarie in Italia, ha detto che sarebbe cambiata la sua vita se avesse fatto un vaccino”.
Ha concluso Renzi: “Non giochiamo sulla pelle della gente alle primarie. Lo dico a Emiliano: evitiamo di strumentalizzare le questioni che riguardano la vita e la salute di tutti. Ci sono tanti argomenti su cui discutere e litigare, litighiamo su questi. Sui vaccini, per prendere un voto in più… Si perde la faccia e la dignità del Pd”.
Bersani. “Ha ragione Pier Luigi Bersani, non ci siamo mai presi sul piano personale. Ma quando stai in un partito non è che stai dalla De Filippi. Non è che stai a C’è posta per te. Se stai in un partito ci sono delle regole e si rispettano. Quando ho perso contro di lui, io non sono scappato dal partito. Gli ho dato una mano a Bersani. Mi sarebbe piaciuta la stessa lealtà. Non la guerriglia permanente”.
Dopo la sconfitta contro Bersani alle primarie “Matteo Richetti o Giorgio Gori mi dissero: che si fa? In tanti dissero che si sta a fare nel Pd. E invece dicemmo: si va avanti insieme perché la nostra lealtà è un elemento fondamentale. Ora rispetto quelli che se ne sono andati ma c’è il Paese che chiama e le discussioni interne contano meno”, ha aggiunto l’ex segretario del Pd.
“Scissione per risentimenti personali”. “Penso che alla base di questa scissione ci siano risentimenti personali, in primis di D’Alema e Bersani, ma io credo che la politica si faccia con il sentimento non con il risentimento”, ha detto Renzi rispondendo a distanza agli strali dei suoi ormai ex compagni di partito, cui ha rivolto “i più grandi auguri”.
“Non faccio polemiche contro di loro ma penso che aver tentato per tre mesi di far passare l’idea che il problema della sinistra in Italia fosse Renzi, come Trump per gli Usa e Le Pen per l’Ue, suoni abbastanza ridicolo alla maggioranza delle persone che vanno alle Feste dell’Unità”, ha aggiunto. Un’altra stoccata per Massimo D’Alema è quella in cui il segretario Pd ironizza sulle contraddizioni in termini come quella per cui “c’è chi chiama ‘Consenso’ un partito e magari poi prende pochi voti…”. Bruno Vespa ha chiesto a Renzi se ci saranno anche le Feste dell’Unità di chi ha fatto la scissione. “Se fai lo scissionista e poi fai le Feste dell’Unità, manco le convergenze parallele…” ha risposto Renzi ricordando che oggi Andrea Rossi ha riunito i volontari delle prossime Feste.
Consip. Per quel che riguarda l’inchiesta Consip “non c’è alcun legame di sangue che viene prima della legge”, ha detto Renzi, nel corso della registrazione dell’intervista. “Ci sono due dimensioni diverse – ha aggiunto renzi – Una è la dimensione del figlio, che quando vede il padre in difficoltà è umanamente preoccupato. Dal punto di vista istituzionale non entro nel merito della vicenda, non la giudico. Io sto dalla parte dei giudici. Chiedo che si vada a processo, si emetta sentenza perché i giudizi non si fanno sui giornali. Mio padre è assolutamente certo di essere innocente e fa la sua parte. Il tempo in cui si cercava di fare le leggi per non fare i processi è finito, io ho cercato di fare le leggi perché si facessero”. “Mio padre ha un avvocato, è assolutamente certo di essere innocente e fa la sua parte”, ha aggiunto Renzi.

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