Esplodono le polemiche sulle primarie del Pd, dopo il “caso Ercolano”, dove alcuni immigrati sarebbero stati portati a votare in cambio di un permesso di soggiorno. Dopo l’apertura di un fascicolo in procura a Napoli, sulla vicenda è intervenuto il ministro dell’Interno e candidato alla segreteria del Pd, Andrea Orlando. “Mi auguro con tutto il cuore che non sia vero”, ha detto, “perché se lo fosse sarebbe al di là di qualunque limite etico”.
Ora mi auguro che non sia vero quello che e’ stato detto. Io non voglio ne’ posso militare in un partito che fa questo. Cosa puoi fare di peggio che estorcere un voto a un disperato?”, aggiunge il ministro Andrea Orlando.
Tutto è partito da un’intervista a un immigrato ospite nel centro di accoglienza San Vito di Ercolano, città dove domenica è stato notato e fotografato, in uno dei seggi per le primarie dem, un folto gruppo di extracomunitari in fila. “Quelli del centro ci hanno detto di andare a votare, nessuno di noi sapeva perché – spiega l’immigrato nel video -. Ci hanno portati al seggio con l’auto del centro di accoglienza, un po’ per volta. Ha votato una sessantina di noi. Hanno detto che per noi migranti era importante votare. Io l’ho fatto perché ho sperato che mi aiutasse a ottenere il permesso di soggiorno”.
“Il polverone che si solleva sulle primarie del Pd a Ercolano ha tutte le caratteristiche del caso montato ad arte”, tuona il sindaco della cittadina, Ciro Buonajuto. “A gettare ombre” è la “video testimonianza di un ragazzo di colore che, reso irriconoscibile, dichiara di aver votato in cambio di un permesso di soggiorno. Non sappiamo cosa abbia spinto questo ragazzo a prestarsi a una simile strumentalizzazione: tutti i migranti del centro di accoglienza” che hanno votato “già posseggono permesso di soggiorno temporaneo”.