Legge elettorale, M5S apre al dialogo col Pd: ma niente premio di coalizione
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Legge elettorale, M5S apre al dialogo col Pd: ma niente premio di coalizione

Luigi di Maio ha risposto positivamente all'invito di Renzi. Critiche dalla Lega: è un inciucio

Luigi Di Maio
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8 Maggio 2017 - 17.45


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Il movimento 5 stelle apre al dialogo con la maggioranza Pd sul tema della legge elettorale. È stato Luigi Di Maio a rispondere positivamente ieri all’invito del neosegretario eletto Matteo Renzi alle opposizioni. 

“In questo momento vogliamo scrivere le regole del gioco insieme al partito di maggioranza, il Pd, e lo vogliamo fare per due ragioni – spiega Di Maio in una intervista a Rtl. “C’è stato l’appello di Mattarella che chiede di fare una legge elettorale in modo che ci sia chiarezza sul risultato dopo le prossime elezioni, e poi il paese è in grave crisi e non possiamo permetterci nuove elezioni politiche in cui ancora una volta si partorisce un risultato incerto che porta ad eventuali inciuci ed eventuali grandi ammucchiate, per questo abbiamo fatto una proposta a Renzi e al Pd”.

I 5 stelle ribadiscono di voler partire dal Legalicum, il testo uscito dalla sentenza della Consulta sull’Italicum, ma sono disposti a discutere di eventuali correzioni “nell’ottica della governabilità, che significa che uno vince le elezioni e può realizzare un programma elettorale”. “L’unica cosa che io non toccherei – premette Di Maio – è il premio alla lista, perché se cominciamo a fare il premio alla coalizione finiamo per fare come Prodi con Mastella o Berlusconi con Fini”.

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Il primo a rispondere all’apertura penta stellata è stato un uomo molto vicino a Renzi, Matteo Richetti, ponendo il paletto dell’impianto maggioritario, unica via alla governabilità:

Se il vice presidente della Camera e il M5s fanno sul serio e sono pronti ad assumersi fino in fondo la responsabilità di una legge elettorale condivisa, allora è possibile costruire in tempi rapidi un terreno di intesa. L’importante – avverte – è che l’impostazione, anche per le liste, conservi un impianto maggioritario e che garantisca governabilità”, insomma “nessun ritorno a logiche da ‘proporzionale’ e restituzione di un risultato chiaro rispetto alle scelte dei cittadini. Su questo siamo pronti ad un lavoro responsabile e proficuo”, ha assicurato l’esponente Pd.

Critiche sono arrivate invece dalla Lega Nord che grida all’inciucio: “Pd e 5Stelle fanno prove d’inciucio, Grillo e Renzi, sono due facce della stessa medaglia. Noi siamo gli unici fuori dai palazzi, vogliamo elezioni subito, con qualsiasi legge elettorale”, così i capigruppo della Lega al Senato e alla Camera, Gianmarco Centinaio e Massimiliano Fedriga.

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Sulla nuova legge elettorale, riferiscono fonti parlamentari, potrebbe essere la settimana decisiva. La dead line è giovedì: per allora è atteso il testo base in commissione Affari costituzionali di Montecitorio, ed è effettivamente ripartito il confronto tra i partiti per cercare un compromesso accettabile sulla riforma di voto.

 

 

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