Salvini da Pontida parla alla pancia del Paese: mano libera alle forze di polizia
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Salvini da Pontida parla alla pancia del Paese: mano libera alle forze di polizia

Un messaggio inquietante dal leader della Lega che attacca anche i magistrati che hanno bloccato i beni del movimento

Matteo Salvini
Matteo Salvini
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17 Settembre 2017 - 17.10


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Qual è il messaggio che, da Pontida, Matteo Salvini ha voluto lanciare, non alla folla adorante che lo acclamava, ma al resto del Paese, quello che non si riconosce nella linea della Lega? Salvini ha cercato di lanciare una golden share non sul ruolo di leader del centrodestra, ma su quella di traduttore in atti concreti dello straniamento dell’opinione pubblica davanti all’ondata di episodi violenti, siano frutto di una attività delinquenziale o di singoli.
A lui non importa, perché tutto va bene per sparare a raffica messaggi su Facebook dove rinvendica a sè il ruolo di vendicatore dell’Italia buona e piaciona, alla quale non vanno giù tutti coloro che si comportano male, siano essi mariti o fidanzati che massacrano mogli o compagni, meglio se immigrati che uccidono, stuprano, rapinano. Nessuno vuole negare la gravità dei comportamenti degli immigrati che, se ritenuti colpevoli, vanno processati e condannati ed espulsi, a pena espiata. Ma andare avanti pee schemi e cercare di convincere la gente che senza la Lega il Paese è destinato alla rovina ce ne corre.
Un passagio della sua ”allocuzione” al popolo italiano è estremamente significativo e forse meriterebbe delle risposte, non solo da parte di politici suoi avversari, ma anche delle rappresentanze delle forze dell’ordine, alle quali Salvini ha promesso, nel caso in cui dovesse vincere le elezioni, di dare ”mano libera”. Cosa ha voluto dire Salvini? Che con lui a palazzo Chigi carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili urbani e chissà ancora chi avranno la possibilità di agire, anche al di sopra della legge, nella garanzia della totale immunità? Forse non ci si rende conto della portata delle affermazioni del leader leghista, ma la sua proposta-promessa certo non è rassicurante per il cittadino qualunque che guarda ad agenti e carabinieri come garanti della legge e non come soggetti in divisa autorizzati a violarla.
«I giudici eletti dal popolo e chi sbaglia paga» ha poi detto Salvini che potrebbe essere anche una ipotesi di studio, ma che lui agita per fare capire che i lombardi eleggeranno giudici lombardi, i veneti giudici veneti e magari siciliani, calabresi, napoletani posono pure scegliere giudici che a loro vanno bene.
Poi l’affondo contro i magistrati di Genova che hanno disposto il blocco dei conti della Lega tacciati di volere eliminare, a colpi di sequestro, il movimento dall’area politica e paragonandoli praticamente al ‘soccorso rosso’ in toga, un tema ricorrente negli anni del terrorismo. Forse, prima di parlare di resistenza al provvedimento, Salvini dovrebbe riflettere sul perchè di quel provvedimento. Nessuno ha detto che la Lega di Salvini ha rubato: i magistrati hanno detto che a farlo è stata quella di Bossi. Un atto dovuto, non eversivo. Tutto qua.

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