Lui, lo scrittore, non ha molta stima di Di Maio, già definito il nulla dopo una polemica del grillino in cravatta contro Laura Boldrini.
E ora l’attacco: mi perdonerà Luigi Di Maio se, contravvenendo a quanto genericamente faccio, oggi sarò io a dirgli di chiedere scusa. Chieda scusa, Di Maio, per aver gettato discredito su organizzazioni che al più sono sotto processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e in un Paese in cui la legge per l’Immigrazione porta i nomi di Umberto Bossi e di Gianfranco Fini credo sia un merito essere sotto processo per voler salvare vite. Chieda scusa per aver fatto campagna elettorale (e questo governo, con Minniti, dopo di lui) sulla pelle di chi sta male, di chi merita una mano tesa e non le tante menzogne prodotte”. Lo sollecita all’indirizzo del candidato premier M5s Roberto Saviano, in una lettera aperta via Facebok al Procuratore di Catania
“Poi magari – aggiunge e sottolinea Saviano ripercorrendo passo passo le denunce finora senza seguito del Procuratore di Catania sulle responsabilità delle ong prima prese sul serio e poi rinnegate dal leader M5s- Di Maio potrà intercedere con Zuccaro e unirsi alla mia richiesta per sapere che fine ha fatto il famoso fascicolo informativo. Se non altro per ammettere di essere stato manipolato nella creazione di una campagna di odio che ha reso l`Italia responsabile di un’infamia che sarà difficile cancellare”.
“Egregio Dottor Carmelo Zuccaro, Procuratore della Repubblica di Catania – è scritto nel post dello scrittore- sono il cittadino Roberto Saviano che a distanza di nove mesi le chiede: che fine ha fatto il Suo “mero sospetto” su alcune Ong che operavano nel Mediterraneo? Da nove mesi aspettiamo di sapere cosa ne sia stato del fascicolo conoscitivo sulle 7 ong attive nel Mediterraneo con le loro 13 imbarcazioni che ha tanto pubblicizzato lo sorso aprile”.
“Lo scorso aprile – prosegue Saviano- ad ascoltare le dichiarazioni di Zuccaro c’era il politico sciacallo che ha aperto la strada al governo sciacallo perché, in questa continua guerra elettorale, ogni occasione è utile a raschiare consenso. Raschiare, non ottenere, non vincere, non convincere l`elettore. Raschiare, come gli animali che penzolano in fondo alla catena alimentare” .
E allora, “ora vi racconto la storia di come dalle dichiarazioni ardite di un magistrato che non ha disdegnato un po’ di ribalta – scrive Saviano-, la nostra politica sia riuscita a racimolare un consenso effimero sulla pelle di chi muore di stenti e di torture. E vi racconto anche la storia di chi, dopo aver cavalcato l’onda, credendo di averla fatta franca, si rimangia tutto: “Chi io? Mai detta una cosa del genere…”.
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