La più brutta campagna elettorale della storia: confidiamo in Mattarella
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La più brutta campagna elettorale della storia: confidiamo in Mattarella

Le bugie di Berlusconi, le improvvisazioni di Di Maio e Renzi che capisce in ritardo che Gentiloni è una risorsa spendibile

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella
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Giancarlo Governi Modifica articolo

2 Marzo 2018 - 14.48


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La più brutta campagna elettorale della storia della Repubblica, cadenzata da una legge elettorale che più cretina non si può, che permette a un signore incandidabile, perché condannato in via definitiva, di condurre la campagna elettorale in prima persona per dare agli elettori la convinzione che un voto alla sua lista è un voto alla sua persona. Accanto a questo “candidato fantasma”, ci sono partiti rappresentati da due personaggi che raccontano cose contraddittorie fra di loro e che promettono di far diventare l’Italia il paese di bengodi, dove si pagano pochissime tasse, si assicura lavoro stabile per tutti, con salari aumentati, si rimandano a casa seicentomila clandestini. Soprattutto nello schieramento del centrodestra c’è chi (Forza Italia) vuole rimanere saldamente nell’euro e chi invece (Salvini) ne vuole uscire. Per non parlare dell’abolizione della legge Fornero, minacciata da Salvini, che porterebbe nel baratro i conti della Previdenza Sociale.
Dall’altra parte c’è un giovanotto che studia da capo del governo, che pretende di consegnare al Presidente della Repubblica la lista dei ministri prima delle elezioni. Un lettura preventiva della Costituzione sarebbe raccomandata ma, si sa, l’Italia è piena di “costituzionalisti della domenica” arroccati alla difesa di un testo che non hanno mai letto e uno in più che vuoi che sia. E poi questo giovanotto, che promette impossibili redditi di cittadinanza, ha annunciato che, se non prenderà la maggioranza assoluta, governerà con i voti di altri gruppi parlamentari disposti a cederli senza accordi di governo (che, mentre altrove vengono chiamati coalizioni, in Italia vengono chiamati inciuci) e senza cedere posti nel governo: oramai la lista dei ministri è quella e non si tocca. A questo giovanotto qualcuno dovrebbe raccontare quello che sta scritto nei libri di storia che lui, ovviamente, ignora, che cioè la Democrazia Cristiana, anche quando, nel 1948, ebbe la maggioranza assoluta, non governò da sola e lo stesso Mussolini nel suo primo ministero, dopo la marcia su Roma, mise nel governo i rappresentati di altri partiti.
A sinistra poi si è formata una accozzaglia di tre partiti legati fra loro soprattutto dall’odio nei confronti del Partito Democratico e soprattutto del suo segretario, il quale si è reso conto soltanto negli ultimi giorni di campagna elettorale, quando temiamo sia oramai troppo tardi, di avere in mano la carta vincente, quella del governo Gentiloni che ha governato bene, ha portato tutti i conti in positivo, ha fatto diminuire drasticamente gli sbarchi dei migranti nei nostri porti, e soprattutto ha rasserenato l’ambiente e soprattutto non ha mai raccontato balle agli italiani. Speriamo che gli elettori aprano gli occhi e non si facciano incantare dalle bugie. Per fortuna al Quirinale c’è Mattarella, un presidente della Repubblica con la testa sulle spalle.

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