L'ira di Roberta Lombardi: "una parte del M5s mi ha remato contro"
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L'ira di Roberta Lombardi: "una parte del M5s mi ha remato contro"

La candidata 5 stelle dopo la sconfitta nel Lazio: "da qualcuno, non lo nascondo, mi sarei aspettata un supporto maggiore". E ignora Paola Taverna

Roberta Lombardi
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8 Marzo 2018 - 09.40


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Se il M5s festeggia il risultato elettorale e il primato tra i partiti, nel Lazio Roberta Lombardi, candidata e sconfitta nella corsa per la presidenza della Regione, se la prende con una parte del Movimento che le avrebbe remato contro. E questo spiegherebbe il motivo del magro bottino rimediato da Lombardi nel Lazio: solo terza, dietro Zingaretti e Parisi. Un risultato ancora più deludente se si pensa a quello che era accaduto nell’elezione di Virginia Raggi a sindaco di Roma.
E anche senza nominarla Lombardi lancia una stoccata a Paola Taverna, con una delle tecniche preferite dal M5s: ignorarla.
“Lo sbaglio, forse, è stato farci trovare impreparati sui territori. Quando sono partita – ha detto Lombardi – in gran parte dei Comuni e delle Province ho trovato il vuoto. Meet up che non si parlavano, faide interne. Eravamo meno uniti noi nel Lazio con una sola lista che gli altri con le ammucchiate di sigle”.
Insomma qualcuno, ha sottolineato Lombardi, ha remato contro. “Io volevo vincere e ce l’ho messa tutta, una parte della base questa convinzione non l’ha mostrata. E tant’è. Molti non mi volevano come candidata presidente”. Sul mancato appoggio dei big, “Di Maio stava facendo la sua campagna nazionale, quanto a Virginia Raggi, è il sindaco di Roma, ha voluto mantenere un profilo istituzionale ma da qualcun altro, non lo nascondo, mi sarei aspettata un supporto maggiore”.
Poi l’affondo su Paola Taverna. Alla domanda: le è stato vicino Di Battista ma Taverna, romanissima, si è defilata. Perché? “Alessandro è una persona sincera, leale, a cui voglio bene”, ha risposto Lombardi ignorando completamente la collega pentastellata. Una riprova del fatto che tra le due non corra buon sangue sottolineata dalla distanza anche in campagna elettorale. Divise su tutto, anche nella idee probabilmente: famiglia almirantiana Lombardi, più vicina ad alcune istanze della sinistra Taverna.
Tornando al risultato del Lazio e al possibile effetto-Raggi sul crollo del voto di lista “non lo so – ha concluso Lombardi – sicuramente nel 2016 con il voto di lista arrivammo al 35%, oggi siamo 13 punti sotto, ma era un altro momento, altre variabili, altri umori”.

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