Il trombato Paolo Romani si sfoga: a Berlusconi è restato un pugno di mosche
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Il trombato Paolo Romani si sfoga: a Berlusconi è restato un pugno di mosche

Il mancato presidente del Senato: Forza Italia non può condividere accordi con il M5s con il quale ci divide tutto

Berlusconi e Paolo Romani
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25 Marzo 2018 - 09.09


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Parole dure. Da trombato in pectore. Con la beffa delle beffe di essere stato considerato impresentabile per una condanna per peculato (ma solo per aver fatto usare il telefonino di servizio alla figlia, ossia peccato ma veniale) mentre presidente del Senato è stata fatta una che aveva direttamente fatto assumere la figlia al ministero e che è stata una politica che ha strenuamente difeso le indigeribili leggi ‘ad personam’ pensate per salvare Berlusconi dai suoi guai giudiziari.
E ora si toglie i sassolini dalle scarpe: “”Al tavolo dei leader Berlusconi non ha ottenuto nemmeno il minimo sindacale. E’ rimasto con un pugno di mosche in mano. Salvini ha vinto su tutta la linea. Non ho perso io, qui non si tratta del mio nome ma del progetto politico che rappresento e credevo anche Berlusconi perseguisse”.
Questo lo sfogo del senatore di Forza Italia Paolo Romani raccolto da Stampa e Messaggero. “Berlusconi questa volta non ha fatto il leader, non e’ stato protagonista”, sono le sue parole al quotidiano romano. “Ho l’impressione – osserva – che la geometria politica che si intravede sullo sfondo porti una parte consistente del centrodestra a fare un accordo con i 5 Stelle, e’ una geometria che io non condivido”.

A La Stampa, Romani ha spiegato che Forza Italia deve restare “un movimento liberale di centro e non condividere accordi con il Movimento 5 Stelle dal quale ci separa tutto, come abbiamo detto più volte in campagna elettorale”.
Quanto al veto di Di Maio sul suo nome, spiega che “il vero problema è che hanno messo il veto a Berlusconi come leader, non hanno accettato Berlusconi come interlocutore sulla scelta dei candidati presidenti. Questo lo trovo gravissimo. Abbiamo consentito a Salvini di fare anche le nostre veci”.

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