Sul numero del 26 marzo scorso di Democratica, il giornale online del Pd, Andrea Romano – deputato e direttore della testata – ha scritto: “ogni mese arriveranno [dalla Camera dei deputati ndr.] nelle casse (private) di Davide Casaleggio 67.800 euro: che equivalgono a 813.600 euro l’anno e, nel caso in cui la XVIII abbia di fronte a sé cinque anni, a poco più di quattro milioni di euro”.
Si tratta di un’affermazione corretta, ma che va contestualizzata. Ecco cosa dice l’Agi.it.
Il regolamento per la selezione dei candidati del Movimento 5 Stelle (arti. 6 lett. r.) stabilisce che “all’atto dell’autocandidatura ogni candidato si impegna, qualora la sua candidatura dovesse essere accettata e successivamente risultasse eletto alla Camera o al Senato, a […] erogare un contributo mensile di euro 300 destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l’attività dei gruppi e dei singoli parlamentari”.
In parole povere, i deputati e i senatori del M5S si impegnano a versare 300 euro al mese a Rousseau, la piattaforma che il M5S usa per consultare i propri iscritti.
L’identificazione delle “piattaforme tecnologiche” con Rousseau è esplicita nel nuovo Statuto del M5S (varato a fine 2017). Qui infatti si legge (art. 1): “Gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti disciplinate nel prosieguo del presente Statuto, nonché le modalità di gestione delle votazioni, di convocazione degli Organi Associativi, di pubblicazione di – a titolo esemplificativo e non esaustivo – avvisi e/o provvedimenti e/o direttive e/o decisioni saranno quelli di cui alla cd. ‘Piattaforma Rousseau’”.
La piattaforma Rousseau è di proprietà dell’Associazione Rousseau. Tale associazione, come emerge da un’inchiesta a puntate del Foglio, in buona sostanza coincide con la Casaleggio Associati: ha sede allo stesso indirizzo e, in alcune mail di cui il Foglio è entrato in possesso, Casaleggio ha risposto, in qualità di presidente dell’associazione, utilizzando la posta certificata della Casaleggio Associati. Probabilmente, tra l’altro, la società di Casaleggio ha fornito e fornisce tuttora le competenze tecniche per la gestione della piattaforma.
Non ultimo, dopo la morte del padre Gianroberto, Davide Casaleggio ha – sempre in base a quanto emerge dall’inchiesta del Foglio, che ha ottenuto lo statuto dell’Associazione – il totale controllo di Rousseau.
Tralasciando i tanti problemi, tecnici e politici, che genera la questione del ruolo di Rousseau all’interno del Movimento – qui ben riassunti da Post –, sembra in effetti che i versamenti dei parlamentari pentastellati arrivino a un’associazione controllata da Davide Casaleggio. Sostenere che siano casse “private” di Casaleggio è però una forzatura, perché se è vero che si tratta di un’associazione privata e non di un ente pubblico, è anche vero che non si tratta del personale conto in banca di Casaleggio.
Venendo ai conti, ogni parlamentare del M5S deve versare a Rousseau 300 euro al mese, e i parlamentari eletti del M5S sono 338: 226 deputati e 112 senatori.
L’articolo di Romano è un invito provocatorio al nuovo presidente della Camera Roberto Fico (M5S) perché tuteli l’indipendenza dell’organo che presiede dalle influenze di Rousseau, “un’associazione privata che si sottrae a qualunque obbligo di trasparenza”. Dunque prende in considerazione, ai fini del conto, solo i deputati.
Se moltiplichiamo il loro numero (226) per 300 euro risultano in effetti i 67.800 euro citati da Romano, che se moltiplicati per 12 mesi diventano 813.600. Moltiplicando per cinque, ipotizzando cioè una legislatura piena, il totale arriva a 4 milioni e 68 mila euro. I numeri dati da Democratica dunque tornano, anche se bisogna tenere in conto eventuali cambiamenti nella composizione del gruppo parlamentare dovuti alla fuoriuscita o all’ingresso di nuovi componenti.
Se poi conteggiassimo anche i senatori il totale mensile salirebbe a 101.400 euro, quello annuale a 1 milione 216 mila e 800 euro, quello dell’intera legislatura (se di cinque anni) a 6 milioni e 84 mila euro.
Romano ha sostanzialmente ragione: Davide Casaleggio è il titolare dell’Associazione Rousseau, proprietaria della piattaforma Russeau, che da statuto del M5S è lo strumento con cui si consultano gli iscritti. In base al regolamento accettato dai candidati del Movimento, una volta eletti deputati e senatori devono versare 300 euro al mese per il mantenimento di Rousseau.
Fatti i conti, significa che solo i deputati dovrebbero versare più di 800 mila euro all’anno (coi senatori si sale sopra al milione) a un’associazione privata, che fornisce al Movimento la piattaforma web su cui vengono esercitate da parte degli iscritti, in determinate occasioni, votazioni on-line per prendere decisioni sul Movimento stesso.