Liberazione, Salvini accomuna nazisti e ebrei: i morti non hanno colore
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Liberazione, Salvini accomuna nazisti e ebrei: i morti non hanno colore

Il leader dell'estrema destra non pronuncia le parole Resistenza e partigiani. Ma parla della liberazione da chi svende l'Italia all'Europa

Fascisti pro-Salvini
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25 Aprile 2018 - 15.33


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Cos’è l’ipocrisia fascista e degli estremisti di destra che strizzano l’occhio ai fascisti? Quella di sviare i discorsi, dire e non dire, parlare d’altro ma mai pronunciate una parola di condanna verso il fascismo, il nazismo. Mai riconoscere che la Costituzione è nata dalla Resistenza portata avanti dai partigiani. 
Un estremista di destra xenofobo come Matteo Salvini, quello che aveva nelle sue liste il nazista Luca Traini autore della sparatoria di Macerata, non può parlare del 25 aprile senza sentirsi in imbarazzo con il fascistume che lo appoggia.
Quindi si è lasciato andare a dichiarazioni ipocrite e demagogiche.
“L’Italia anche oggi ha bisogno di essere liberata da chi non la ama davvero, da chi non ne ama la bellezza, l’arte, lo spirito d’intraprendenza, l’estro nel lavoro, da chi non ama una Comunità da sempre protagonista nella storia per la sua cultura e per la sua forza vitale”.
“Liberazione da chi avvilisce, impoverisce e tradisce, da chi ci svende all’Europa, da chi ci vuole servi. Riprendiamoci il nostro Paese, la nostra Libertà, il nostro Futuro. I morti non hanno colore”.
 Il tutto  condito dallo slogan: prima gli italiani.

Benissimo: i morti non hanno colore. Un morto nazista è uguale a un ebreo sterminato in un lager nazista. Un torturatore fascista delle brigate nere è uguale a un martire delle Fosse Ardeatine.

Con questo metro di ragionamento perché non aggiungere che Anis Amri, il tunisino autore della stage di Berlino, ha lo stesso colore delle sue vittime, tra cui l’italiana Fabrizia Di Matteo?

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