Vendola: "Le famiglie arcobaleno non sono allegorie: il vuoto normativo va subito riempito"
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Vendola: "Le famiglie arcobaleno non sono allegorie: il vuoto normativo va subito riempito"

L'ex governatore della Regione Puglia in un'intervista sui bambini riconosciuti all'anagrafe: "finalmente si assiste a un mutamento dell'opinione pubblica"

Nichi Vendola con il figlio e il compagno
Nichi Vendola con il figlio e il compagno
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29 Aprile 2018 - 14.48


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L’ex governatore della Puglia Nichi Vendola, intervistato da Repubblica, ha espresso il suo parere sui due cai di bambini registrati negli scorsi giorni in Italia come figli di due coppie omogenitoriali: “C’è un mutamento nell’opinione pubblica e nella nostra società, dove si cominciano a vedere i volti di chi ha fatto certe scelte. Io e il mio compagno, come molti altri, non siamo un’allegoria, siamo una famiglia, e per fortuna i funzionari aprono un varco che consente ai figli delle famiglie arcobaleno di avere gli stessi diritti degli altri bambini”.

Vendola, che vive in Canada con il suo compagno con cui ha un figlio, descrive la sua situazione come “grottesca: Mi unisce a mio figlio un amore sconfinato e come ogni genitore immagino ogni scenario che potrebbe prospettarci la vita e di conseguenza la mia impotenza in alcune situazioni. Il vuoto normativo – sottolinea – va colmato, vanno rimossi gli ostacoli che possono ledere i diritti dei bambini”.

Vendola, in merito alle posizioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, “le famiglie arcobaleno sono una tra le possibili forme di realizzazione della genitorialità, rispetto a quella uomo-donna, da loro proposta, che risponde a una impostazione ideologica”, dichiara Vendola. “Anche la scelta del termine ‘utero in affitto’ è manipolatoria, la grava di un’ipoteca morale pesante. Noi non abbiamo ‘affittato un utero’, abbiamo costruito una relazione con delle donne che continuerà per tutta la vita. Il fenomeno mercantile si sviluppa in Paesi poveri e soprattutto con coppie etero. Per questo non è stato oggetto di un dibattito pubblico”.

 

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