A l’Aquila i vertici istituzionali, sindaco compreso, sono dei nostalgici fascisti. Sulla loro chat di whatsapp c’è la bandiera della Repubblica di Salò, è gravissimo che si facciano beffe della Costituzione. E’ la denuncia del segretario dell’Anpi della provincia aquilana, Fulvio Angelini, e del segretario della sezione cittadina William Giordano.
“È spuntata la foto – ha denunciato l’Anpi – anzi lo screenshot della chat di whatsapp dei capigruppo di maggioranza di centrodestra in consiglio comunale e del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi: nulla di strano, whatsapp è un mezzo di comunicazione molto diffuso. Ma c’è un particolare inquietante, nell’immagine di profilo del gruppo c’è la bandiera della Repubblica Sociale Italiana, la Repubblica di Saló, lo stato fantoccio voluto da Adolf Hitler dopo l’8 settembre del ’43 per controllare quella parte dell’Italia ancora non liberata. Sotto quella bandiera e per colpa dei capi di quella repubblica sono morte centinaia migliaia di italiani, fucilati o nei campi di sterminio”.
“È gravissimo che i vertici delle nostre istituzioni si facciano beffe della Costituzione – accusa l’Anpi – e usino come icone delle immagini del genere. Pensano forse che la loro vittoria alle elezioni abbia trasformato la nostra città in una sorta di Saló amministrata da nostalgici fascisti che scimmiottano Mussolini? Se la fedeltà alla defunta Repubblica Sociale dei signori capigruppo del signor Sindaco è maggiore della lealtà verso la Repubblica italiana suggerisco ai signori di dimettersi da tutte le cariche istituite e disciplinate dalla nostra Costituzione repubblicana e democratica”.
“Sarebbe comunque doveroso un atto pubblico di scuse verso la città – ha aggiunto ancora l’Associazione nazionale partigiani d’Italia – e soprattutto verso i parenti dei nostri 86 concittadini morti qui a L’Aquila sotto la Repubblica di Saló da parte di tutti i membri di quel gruppo”.
Anpi ha inoltre sottolineato che quella non si tratta di una chat qualunque. “E’ un gruppo dove i vertici della coalizione che governa la città discutono le scelte politiche da attuare e, quindi, quella immagine non è solamente inappropriata ma di una grande mancanza di rispetto verso la storia del paese e della città e verso l’autorità della repubblica italiana. Concludiamo dicendo che se quella chat fosse stata veramente privata, l’immagine del messaggio del sindaco non starebbe girando da 2 giorni sui telefoni di molti aquilani”.
Dura anche la presa di posizione di Sinistra italiana. “In un paese normale – si legge in una nota del circolo aquilano – nostalgici fascisti ai vertici di una istituzione si dovrebbero dimettere per aver insultato con il loro comportamento alquanto deprecabile la Costituzione repubblicana, la storia del Paese ed in particolare la città di L’Aquila, per il suo contributo anche di vite umane dato alla Resistenza. È un fatto vergognoso che il sindaco Biondi e i capigruppo della sua maggioranza si confrontino e assumano decisioni sui problemi che affliggono il capoluogo (o almeno dovrebbero farlo, vista la totale inerzia dell’amministrazione) su una chat avente come immagine di profilo la bandiera della Repubblica di Salò, ovvero un’aquila nera ad ali spiegate, poggiata su un fascio littorio. Tutto questo è imbarazzante e intollerabile, ma a quanto pare, in un Paese normale, i cui principi sono fondati sull’antifascismo, un manipolo di cresciuti balilla si può prendere beffa del sacrificio di donne e uomini che hanno dato la vita per la libertà di ognuno di noi”.
“La foto della bandiera della repubblica sociale italiana che campeggia sul gruppo whatsapp del Sindaco e dei Capigruppo del centrodestra in Consiglio Comunale – ha scritto in una nota Articolo 1-Mdp L’Aquila – è un oltraggio alla città, alla sua storia, alla Repubblica e alla Costituzione. Questo centrodestra, alla guida della città da 10 mesi, non perde occasione per mostrare quale sia la propria reale cultura e quale siano i loro “valori” di riferimento, con continue gaffe e richiami al ventennio fascista che coprono la città di vergogna, facendola assurgere alle cronache nazionali per i continui riferimenti ideologici, dei suoi amministratori, al periodo più buio e doloroso del nostro Paese. Si vergognino, se ne sono capaci, chiedano scusa all’Aquila, città dei nove martiri, e cerchino di fare una cosa che sino ad ora han dimostrato di non sapere fare, e cioè amministrare nell’interesse degli aquilani”.
Anpi denuncia: "nostalgici fascisti ai vertici delle istituzioni dell'Aquila"
La bandiera di Salò nella chat su whatsapp del sindaco e dei capigruppo di centrodestra: "È gravissimo che si facciano beffe della Costituzione
globalist Modifica articolo
8 Maggio 2018 - 12.35
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