Lega e M5s provano a chiudere il 'contratto': lotta su chi sarà premier
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Lega e M5s provano a chiudere il 'contratto': lotta su chi sarà premier

Continua la trattativa per il sedicente 'cambiamento'. Mattarella chiede un presidente del Consiglio di alto profilo

Trattativa tra Lega e M5s
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13 Maggio 2018 - 09.07


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Lega e Cinque Stelle sono di nuovo al tavolo e puntano a chiudere la trattativa sul programma di governo, mentre sembra volerci più tempo per l’intesa sui nomi dell’esecutivo e del premier. L’appuntamento, all’indomani del primo round, è ancora a Milano e l’obiettivo dichiarato dai leader delle due forze politiche, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, è di presentarsi al Quirinale con l’accordo sul ‘Contratto per il governo del cambiamento’. 
Sui punti fondamentali della bozza di 24 pagine c’è sintonia – come confermato dai protagonisti -, ma restano una dozzina i temi da affrontare, dai rapporti con l’Europa alle coperture finanziare su cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha posto l’accento. Dopo le parole di soddisfazione espresse dai due schieramenti il tempo stringe: o si arriva a un accordo o l’alleanza Lega-M5S rischia seriamente di saltare.
Se la compatibilità arriverà all’80% si parte. Altrimenti ci abbiamo provato”, il verdetto di Salvini. Flat tax, legge Fornero e lotta all’immigrazione clandestina il cuore del programma del Carroccio, reddito di cittadinanza e legge sul conflitto di interesse i cavalli di battaglia dei pentastellati. Sul capitolo pensioni resta la difficoltà delle coperture, mentre si va verso un reddito di cittadinanza a tempo.
Al Pirellone, oltre ai due leader, lavorano al programma le rispettive delegazioni: Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora, Rocco Casalino e Laura Castelli per il Movimento, Claudio Borghi, Roberto Calderoli, Armando Siri, Gian Marco Centinaio, Nicola Molteni e Giancarlo Giorgetti per la Lega.
C’è sostanziale intesa sull’Ilva di Taranto e sul taglio delle tasse, sul rilancio delle infrastrutture e il contrasto alla disoccupazione, su riduzione della burocrazia, tutela dell’ambiente e legittima difesa. Visione comune sui capitoli scuola e sanità. Anche sull’Europa. “Tutto quello che vogliamo fare passa attraverso la rinegoziazione dei trattati europei, perché se non cambiano le regole, i parametri, i vincoli imposti dall’Europa, l’Italia soffoca e su questo mi sembra che l’impegno sia comune”, le parole di Salvini.  
Si discute su giustizia e lotta alla corruzione, il conflitto di interessi potrebbe risultare ostico dopo che Salvini ha ribadito di essere “leader del centrodestra” e ora che l’alleato Silvio Berlusconi ha riacquistato l’agibilità politica dopo la riabilitazione del Tribunale di sorveglianza di Milano. Per Di Maio e il segretario della Lega c’è, però, una questione più spinosa: trovare il futuro presidente del Consiglio. Perde quota l’ipotesi staffetta, appare quasi certo che nessuno dei due otterrà il lascia passare per Palazzo Chigi, ma resta da capire chi sarà la figura ‘terza’ alla guida del governo giallo-verde.
Al mondo accademico sembrano guardare i Cinque Stelle, mentre dal Capo dello Stato Mattarella arriva il monito a indicare un nome di alto profilo. Più semplice potrebbe rivelarsi l’intesa sui ministri: Giustizia, Economia, Esteri e Difesa potrebbero essere affidati a nomi scelti da Di Maio; alla Lega la guida dei dicasteri Interno, Sviluppo economico, Agricoltura e Welfare. 

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