Anche Conte nega l'emergenza razzismo e tira in ballo la 'psicosi'
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Anche Conte nega l'emergenza razzismo e tira in ballo la 'psicosi'

Il premier a sovranità limitata difende l'indifendibile Salvini e dice: non è che dove c'è un nero è razzismo. Anche quando dicono 'brutto negro'?

Conte e Trump
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30 Luglio 2018 - 20.35


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E per fortuna che Mattarella ha parlato di Far West. Altrimenti più minimizzare avrebbe direttamente negato.
Ma si sa, il premier a sovranità limitata Giuseppe Conte, non può dire nulla che sia sgradito a Di Maio e Salvini, ossia il duo che l’ha piazzato a palazzo Chigi da un giorno all’altro (e senza che fosse stato eletto…).

Così Conte, dopo aver ricevuto e ricambiato i complimenti di uno dei peggiori presidenti degli Stati Uniti, si è divertito nel suo sport preferito: gettare acqua, dire e no dire, e girare intorno alle cose. E questo nonostante una incredibile concatenazione di casi.

C’è un’emergenza razzismo? “No alla psicosi che dove c’è una persona nera c’è razzismo. Noi non coltiviamo l’odio e io lo contrasterò con tutte le mie forze”. Il premier Giuseppe Conte, da Washington, ha risposto a chi gli chiedeva della mancata solidarietà del ministro degli Interni Matteo Salvini a Daisy, la giovane atleta di origine nigeriana ferita nella notte a Torino. “Chi pensa che Salvini sia razzista, sbaglia di grosso”, ha aggiunto Conte.
Quello di Torino ai danni dell’atleta Daisye Osakue “e’ un episodio inqualificabile” ma che “non sembrerebbe di matrice razzista”. 
Una domanda a Conte: anche nei casi in cui hanno detto ‘brutto negro torna a casa’ è razzismo?

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