La Lega vittima di un processo politico senza precedenti, come in Turchia, perchè qualcuno non si rassegna al fatto che è al governo. Ma nessun appello al presidente della Repubblica Sergio Matterella. Se decideremo di cambiare il nome al partito lo faremo nei prossimi mesi.
Così il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini è tornato a parlare della sentenza con cui il tribunale del Riesame di Genova ha confermato il sequestro di beni fino a 49 milioni di euro alla Lega per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010, per cui sono stati condannati Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito.
“Lega ci chiamiamo – ha detto Salvini al Corriere della Sera – e Lega ci chiameremo. E a meno che non me lo sequestrino, il cognome Salvini me lo tengo. Anche se di questi tempi, mai dire mai…. La situazione è davvero surreale. Ormai il ministro dell’Interno è il più spaventoso dei delinquenti, un sequestratore, un responsabile di violenza privata. Ma lei lo sa che le mie imputazioni sono arrivate a dodici? Perché alla procura di Agrigento se ne sono aggiunte altre. Surreale davvero…”.
“Quello che mi fa rabbia – ha aggiunto il ministro dell’Interno – è che i venti euro che l’altra sera una signora ha voluto mettermi in mano sono sequestrati. Le donazioni, quello che operai e pensionati vogliono dare alla Lega perché credono in quello che stiamo facendo, tràc, vengono ingoiati”.
Quanto al capo dello Stato Sergio Mattarella, Salvini spiega: “E’ chiaro – ha detto il leader della Lega – io non chiedo nulla. Se sembra normale che quello che viene dato come il primo partito italiano sia messo fuori legge, per me sta bene. Certo, un sequestro preventivo del genere su una sentenza non definitiva, un filo stupisce… Dico solo agli amici della Procura di Genova che è perfettamente inutile andare in giro per l’Europa a cercare soldi che non ci sono”.
“È evidente – ha aggiunto Salvini a la Stampa – che qualcuno non si rassegna al fatto che Salvini sia al governo”. I giudici? “Evidentemente. Quello che sta subendo la Lega è un processo politico senza precedenti. Anzi, uno c’è: è successo qualcosa del genere in Turchia, quando a un partito fu sequestrato tutto il patrimonio prima ancora della condanna e poi la stessa magistratura fu costretta a restituirglielo”.
Intanto potrebbe arrivare il cambio di nome della Lega che Salvini non smentisce. “Se lo faremo – ha detto il ministro dell’Interno – lo faremo per una scelta politica e sicuramente non sulla base di una sentenza. E in ogni caso, se decideremo di cambiare nome lo faremo nei prossimi mesi, non domattina”. A sparire potrebbe essere la parola Nord: “Che la Lega sia ormai un partito nazionale è evidente a tutti. Il nome Lega c’era, c’è e ci sarà, nessuno può portarci via la nostra storia. Poi il mio cognome è Salvini, e non mi risulta che abbiano sequestrato pure questo”. E stroca l’ipotesi di partito unico del centrodestra: “questo dibattito mi appassiona pochissimo”.
Salvini ha anche annunciato cambiamenti al pacchetto anticorruzione varato dal consiglio dei ministri. “Io sono contento – ha detto il vicepremier – che sia passato il pacchetto contro corrotti e corruttori, è un bel segnale. Certo, però, che su quel provvedimento il Parlamento interverrà e modificherà. Alcuni passaggi del pacchetto mettono sotto inchiesta sessanta milioni di italiani. Perché quando sulla base di un sospetto e senza prova dai la possibilità di intercettare, pedinare, ordinare questo è quest’altro, la preoccupazione è legittima”.
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