Era ovvio che le parole di Michelle Bachelet, ex presidente del Cile e Alto Commissario Onu per i diritti umani, scatenassero un putiferio nell’Italia avvelenata dal nazionalismo tossico che Salvini e compari cavalcano da anni. Le accuse mosse da Bachelet all’Italia, di essere diventato un paese teatro di una pericolosa escalation di violenza razzista, non sono piaciute né al Ministro in persona, che in pieno stile Trump minaccia di tagliare i fondi alle Nazioni Unite, né agli scherani del Governo, giornalisti, politicanti e gli immancabili guerrieri dei social network, che tastiera in una mano e tricolore nell’altra si sono mossi per difendere il suolo natio da questa donna, straniera e socialista che ha osato darci dei razzisti, reduci come siamo da mesi di notizie di gravi attacchi agli stranieri che il Ministro e il governo tutto fingono di non vedere.
Agli insulti e alle minacce però l’Onu non si è fatto trovare impreparato: e ai deliri italiani ha risposto con una ferma difesa del suo Alto Commissario, sostenendo che Bachelet abbia fatto un discorso “molto dettagliato” e che tutte le sue “”affermazioni sono nell’ambito del suo mandato”.