"Vietare il corteo fascista del 28 ottobre a Predappio": l'Anpi scrive a Prefetto e Questore
Top

"Vietare il corteo fascista del 28 ottobre a Predappio": l'Anpi scrive a Prefetto e Questore

L'Associazione nazionale partigiani d'Italia scrive al Prefetto e al Questore di Forlì-Cesena e al sindaco del comune romagnolo: "celebrare la marcia su Roma e Mussolini vuol dire celebrare il fascismo"

"Vietare il corteo fascista del 28 ottobre a Predappio": lettera di diffida dell'Anpi
"Vietare il corteo fascista del 28 ottobre a Predappio": lettera di diffida dell'Anpi
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Ottobre 2018 - 09.33


ATF

L’Anpi preoccupata per il clima d’odio nel paese, lancia un nuovo allarme. Lo fa alla vigilia della manaifestazione in programma a Predappio il prossimo 28 ottobre per celebrare la marcia su Roma. Per questo ha inviato una lettera di diffida al Prefetto e al Questore di Forlì-Cesena e al sindaco di Predappio.
“Il prossimo 28 ottobre – ha scritto l’avvocato Emilio Ricci, del comitato nazionale Anpi – è prevista in Predappio la celebrazione della marcia su Roma. Ogni anno, in questa occasione, assistiamo a un corteo di camerati in camicia nera che espongono simboli dell’odio (svastiche, fasci littori o celtica) e porgono, con fare osannante, il saluto romano al sacrario di Benito Mussolini. Ulteriore aggravante è rappresentata dal fatto che i manifestanti non chiedono l’autorizzazione alle Autorità competenti e di fatto ogni volta questa celebrazione viene tollerata”.
“L’Anpi – prosegue Ricci – si è sempre opposta e ha sempre denunciato tali manifestazioni. Celebrare la marcia su Roma e Benito Mussolini vuol dire celebrare il fascismo. Consentire la celebrazione della marcia su Roma e di Mussolini significa disattendere e violare il dettato della Costituzione. La XII disposizione di attuazione della Carta vieta la ricostruzione del partito fascista e quindi i valori del fascismo”.
“La gravità e illiceità dell’evento – sottolinea l’Anpi – è così evidente che non può essere taciuta. La legge Scelba e la legge Mancino, infatti, sanzionano in maniera anche penalmente rilevante l’apologia del fascismo quando apologia vuol dire esaltazione del regime, esaltazione dei principi, delle figure che al fascismo hanno fatto riferimento. L’art. 4 l. 20 giugno 1952, n. 645, infatti, punisce ‘chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo’. Consentire che una manifestazione di tal genere abbia luogo costituirebbe apologia del fascismo”.
“Né si può affermare – ha aggiunto l’avvocato Ricci – che vietando la celebrazione si neghino le libertà costituzionalmente tutelate come quella di riunione e di manifestazione del pensiero. La Corte europea dei diritti dell’uomo, con una sentenza del 2015, ha espresso il principio per cui taluni diritti si possano anche comprimere nel momento in cui questi non sono conformi a quelli che sono i principi generali dell’ordinamento costituzionale dei vari Paesi”.
“Allo stesso tempo, la celebrazione della marcia sua Roma integrerebbe altresì gli estremi del reato di apologia di delitto. La Cassazione, infatti, ha affermato che l’elemento oggettivo di tale fattispecie “consiste nella rievocazione pubblica di un episodio criminoso diretta e idonea a provocare la violazione delle norme penali”. Poiché è indubitabile che la figura di Mussolini rievochi ed esalti i metodi fascisti, la sua celebrazione è certamente interpretabile come apologia dei reati commessi nel ventennio fascista”.
“Inoltre, in considerazione dell’evento programmato – aggiunge ancora l’Anpi – si possono profilare altresì gli estremi del reato di cui all’art. 2 d.l. 26 aprile 1993, n. 122 (con riferimento all’art. 3 l. 13 ottobre 1975, n. 654). La norma, infatti, punisce “chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che abbiano tra i loro scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali o etnici”. Essendo indiscutibile che il fascismo era fondato sull’odio razziale, celebrare un suo esponente nell’ambito di un evento pubblico integra la fattispecie in parola”.
Per questi motivi l’Associazione nazionale partigiani d’Italia invita le autorità competenti a vietare la celebrazione dell’anniversario della marcia su Roma a Predappio il 28 ottobre in quanto illecita e illegittima.

Leggi anche:  Malore in campo per Ndicka: sospesa Udinese-Roma
Native

Articoli correlati